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Avvocato spara ai ladri in fuga, uccidendone uno: condannato a 11 anni di carcere

L’avvocato Francesco Palumbo di Latina, condannato in modo definitivo per l’omicidio di Domenico Bardi e per il tentativo di uccidere Salvatore Quindici, è stato trasferito in prigione per scontare una pena di undici anni. Il mandato di arresto è stato emesso il 4 dicembre, dopo la sentenza definitiva del 24 novembre. Non era stato possibile eseguire l’ordine immediatamente poiché Palumbo era ricoverato all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
I suoi difensori legali, Tommaso Pietrocarlo e Leone Zeppieri hanno fatto richiesta di arresti domiciliari in una casa di cura, che però sono stati rifiutati dal tribunale di sorveglianza. Di conseguenza, Palumbo è stato prelevato e portato nel carcere di Velletri.
Riguardo ai fatti per cui Palumbo è stato condannato, questi risalgono al 2017. In quell’anno, due ladri entrarono nella casa dei genitori di Palumbo. L’uomo fu avvisato dell’intrusione dai sistemi di sicurezza della residenza. Scese rapidamente sul luogo dell’evento, estrasse la pistola e la mostrò a Bardi e Quindici, minacciando di chiamare la polizia.
Palumbo ha poi raccontato al giudice di aver sparato in preda al panico, richiedendo di essere giudicato per legittima difesa. Tuttavia, Bardi fu ucciso con un colpo da dietro mentre fuggiva dalla casa. Il fratello di Bardi, intervistato da Fanpage.it, ha criticato l’agire di Palumbo sostenendo che quest’ultimo avrebbe dovuto chiamare la polizia. Ha ribadito la sua convinzione che la giustizia vigilante non sia accettabile e che Palumbo abbia sparato con intenzione omicida.
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Arrestato il re delle truffe Marco Mouly, la sua storia ha ispirato un documentario Netflix: ecco i retroscena della sua carriera criminale

#Roma #Truffa #Netflix Arrestato il re delle truffe Marco Mouly. La sua incredibile storia di inganni e raggiri ha ispirato un documentario su Netflix. La notizia ha scatenato un fiume di commenti online, con molti che si chiedono come sia possibile che un singolo individuo abbia potuto sfuggire alla giustizia per così tanto tempo. Ecco tutti i dettagli.
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Marco Mouly, conosciuto come il re delle truffe, è stato arrestato a Roma. La sua storia, piena di colpi di scena e inganni, ha catturato l’attenzione di Netflix, che ne ha tratto un documentario. È incredibile come un uomo solo abbia potuto orchestrare una serie di truffe così sofisticate da attirare l’interesse di una piattaforma globale. Commento: "Ma come fanno questi geni del crimine a non finire in galera prima?"
L’arresto di Mouly ha sollevato un dibattito acceso sui social media. Molti si chiedono se il sistema giudiziario sia davvero efficace nel combattere la criminalità bianca. La domanda che tutti si pongono è: quanti altri Marco Mouly ci sono là fuori? Commento: "Forse dovremmo iniziare a guardare più documentari su Netflix per capire meglio chi ci circonda."
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Caso di meningite nel carcere di Regina Coeli: detenuto in coma allo Spallanzani, scoppia il caos sanitario

Caso di meningite nel carcere di Regina Coeli: un detenuto è in coma allo Spallanzani 🚨 #Meningite #ReginaCoeli #SalutePubblica
Un detenuto del carcere di Regina Coeli a Roma è stato colpito da meningite e si trova attualmente in coma presso l’ospedale Spallanzani. La notizia ha sollevato preoccupazioni sulla gestione sanitaria all’interno delle strutture carcerarie, con molti che si chiedono se le misure preventive siano adeguate. Il detenuto è in coma allo Spallanzani e le autorità stanno cercando di contenerne la diffusione. Commento: Perché ci vuole sempre un’emergenza per farci svegliare?
Le autorità sanitarie stanno monitorando la situazione per evitare ulteriori contagi, ma la vicenda ha già scatenato un dibattito acceso sui social media riguardo alla qualità delle cure mediche riservate ai detenuti. Il detenuto è in coma allo Spallanzani e la tensione è alta, sia tra i detenuti che tra il personale penitenziario. Commento: Quando la salute pubblica si scontra con la giustizia penale, chi ci rimette?
Prevenzione e Misure di Contenimento
Le misure di contenimento includono la somministrazione di profilassi antibiotica a chi è entrato in contatto con il detenuto malato. Tuttavia, la situazione ha sollevato critiche sulla lentezza e l’efficacia delle risposte istituzionali. Il detenuto è in coma allo Spallanzani, e mentre si cerca di gestire l’emergenza, la società si interroga su come si possa migliorare la prevenzione in ambienti così chiusi. Commento: Prevenzione o reazione? Ecco il vero dilemma.
L’immagine del detenuto in condizioni critiche ha fatto il giro del web, aumentando la pressione sulle autorità per una risposta rapida e trasparente. La vicenda, oltre a sollevare questioni di salute pubblica, mette in luce le condizioni di vita all’interno delle carceri italiane, spesso al centro di polemiche per la loro gestione.
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