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Castrazione chimica per gli stupratori di bambini
La controversa legge sulla castrazione chimica per gli stupratori di minori in Madagascar
In risposta all’aumento dei casi di stupro minorile, il Madagascar ha introdotto una legge che impone la castrazione chirurgica o chimica per gli autori di violenza sessuale su minori. Questa iniziativa ha generato una forte critica da parte di Amnesty International e ha sollevato un acceso dibattito sulla sua efficacia e umanità.
La legge, approvata dal Parlamento Nazionale e successivamente dal Senato, prevede la castrazione chirurgica per gli autori di stupri su bambini sotto i dieci anni, mentre impone la castrazione chimica o chirurgica per gli stupratori di minori tra i 10 e i 13 anni. Inoltre, prevede la castrazione chimica per gli stupratori di adolescenti tra i 13 e i 18 anni.
Nonostante le critiche, il Madagascar ha manifestato la determinazione nel perseguire questa linea d’azione. Secondo il ministro della Giustizia, Landy Mbolatiana Randriamanantenasoa, l’anno scorso sono stati registrati 600 casi di stupro minorile, un’escalation inaccettabile che ha spinto il paese a rivedere le proprie leggi.
Jessica Lolonirina Nivoseheno, del movimento “Le donne rompono il silenzio”, ha sottolineato l’esistenza di una “cultura dello stupro” nell’isola, sottolineando che molti casi vengono risolti all’interno delle famiglie in modo informale. Tuttavia, ha sottolineato che le misure di castrazione potrebbero rappresentare un deterrente efficace.
Dall’altra parte, Nciko wa Nciko, consulente di Amnesty per il Madagascar, ha sollevato preoccupazioni sull’aspetto etico della castrazione, sottolineando il rischio di danni irreversibili e di condanne ingiuste.
Questa nuova legge ha generato un acceso dibattito in Madagascar e a livello internazionale, sollevando domande circa la sua efficacia, umanità ed impatto sul sistema giudiziario. La discussione è ancora aperta e l’esito della legge è affare da monitorare attentamente nel prossimo futuro.