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Christian Sodano minaccia Desyrée in chat: “Farò una strage, servirà l’esercito per fermarmi”

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Christian Sodano minaccia Desyrée in chat: “Farò una strage, servirà l’esercito per fermarmi”

Il 18 Febbraio 2024, Christian Sodano, un finanziere ha portato a termine un duplice omicidio uccidendo la madre e la sorella della sua ex a Cisterna di Latina. “Servirà l’esercito per fermarmi, farò una strage. Vedrai quanto posso essere cattivo”. Queste sono solo alcune delle minacce che Sodano inviava alla sua ex, Desyrée Amato, attraverso chat su WhatsApp. Il Corriere della Sera ha riportato in esclusiva il contenuto di questi messaggi che precedono il tragico evento.

Gli inquirenti della Procura della Repubblica di Latina che hanno analizzato gli smartphone dei soggetti coinvolti stanno ora cercando di capire se il duplice omicidio volontario perpetrato il 13 febbraio precedente in una villetta nel quartiere San Valentino era premeditato. Marco Fagiolo, l’avvocato della famiglia Amato, ha confermato a Fanpage.it l’esistenza di messaggi minacciosi, ma Desyrée non ne aveva parlato con i genitori, che erano consapevoli del loro imminente distacco, ma in maniera meno grave.

Sodano non aveva accettato la fine del loro rapporto, reagendo con violenti messaggi di minacce e colpevolizzazioni. “Sei una falsa, devi soffrire quanto ho sofferto io”, aveva scritto, come riportato dal Corriere della Sera.

Nel suo zaino, Sodano aveva sacchi neri, scotch e manette – che aveva sostenuto fossero per la pesca. “Ti farò tanto male, fosse l’ultima cosa che faccio. Non me ne frega più niente”, aveva minacciato ad un certo punto Deliryée. Lei aveva cercato di fargli capire che le relazioni possono finire e che bisogna accettarne la fine, ma i suoi tentativi di farlo ragionare sono risultati vani.

Intimidita da queste minacce, la ventiduenne aveva provato a rassicurarlo, sottolineando quanto lui fosse importante per lei. Ma l’atteggiamento di Christian era andato inasprendosi, tanto da minacciare il suicidio in uno dei messaggi successivi. Le sue parole assumono rilevanza ancora più agghiacciante alla luce del delitto poi commesso.

Christian Sodano, orfano di entrambi i genitori, aveva un forte legame con suo zio carabiniere in pensione, presso il quale si era rifugiato nella sua casa di Latina, confessandogli il duplice omicidio al telefono. Era qui che i poliziotti lo avevano rintracciato e arrestato. “Tranquilla, domani mi divertirò io per bene. Ti piace farmi soffrire? Perfetto”, aveva scritto nel suo ultimo messaggio.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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