Cronaca
Cinghiale attraversa strada provocando incidente: auto contro furgone, donna perde la vita
Un tragico incidente stradale causato da un cinghiale ha portato alla morte di una donna. L’incidente è avvenuto quando l’animale ha attraversato l’autostrada statale 580 tra Ginosa e Marina di Ginosa, in provincia di Taranto, provocando un tamponamento. Il cinghiale è stato investito da un furgone che è stato costretto a fermarsi al centro della strada. La donna di 48 anni, che viaggiava in un’auto che ha successivamente tamponato il furgone, ha tragicamente perso la vita.
In una nota rilasciata alla stampa, la Cia Agricoltori Italiani Puglia ha lamentato l’incidente, esprimendo la preoccupazione per il crescente problema dei cinghiali. “Quello che temevamo e abbiamo continuamente denunciato è infine accaduto”, si legge nella nota. Hanno poi sottolineato l’importanza di affrontare questa emergenza con gli strumenti adeguati dato che sono in gioco vite umane.
Hanno inoltre segnalato un altro incidente accaduto la stessa sera. A pochi chilometri di distanza, sulla strada provinciale 13 tra Castellaneta e Castellaneta Marina, l’attraversamento di un altro cinghiale ha causato l’uscita di strada di un veicolo. Fortunatamente, in questo caso, né gli occupanti né i passeggeri hanno riportato gravi conseguenze.
Vito Rubino, direttore dell’area Due Mari Taranto-Brindisi, ha fatto riferimento a incidenti simili accaduti in passato, notando che la fortuna ha evitato conseguenze tragiche. Ha inoltre posto l’accento sul problema dei cinghiali che affligge il territorio da anni.
Secondo Gennaro Sicolo, presidente di Cia Agricoltori di Puglia e vicepresidente nazionale Cia, la popolazione di cinghiali in Puglia è triplicata nell’ultimo anno. Ha poi esortato il Governo a intervenire con opportune modifiche legislative e un quadro normativo nazionale. Sicolo ha infine descritto l’emergenza cinghiali come una questione da gestire con la stessa urgenza di una pandemia.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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