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Denunce reddito cittadinanza: 23 nuovi casi tra famiglie Spada e Casamonica

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Denunce reddito cittadinanza: 23 nuovi casi tra famiglie Spada e Casamonica

Cronaca Roma – Nell’ultimo episodio riguardante i “furbetti” del reddito di cittadinanza, oggetto di denunce sono nuovamente i clan dei Casamonica e degli Spada. Questa volta, l’accusa rivolve intorno a 23 individui strettamente legati ai due clan, rei di truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche. Complessivamente, suddetti individui hanno illecitamente ottenuto oltre 95 mila euro attraverso il reddito di cittadinanza, grazie a omissioni di dettagli fondamentali – come condanne penali ricevute nell’ultimo decennio – che avrebbero dovuto precludere l’erogazione. Gli investigatori coinvolti nel caso sono i carabinieri del nucleo operativo della compagnia piazza Dante, che hanno intrapreso l’indagine seguendo l’onda della sentenza emessa due settimane fa dalla Corte di Cassazione, che ha confermato l’aggravante mafiosa per i Casamonica.

Dopo aver ricevuto i nomi delle persone coinvolte nel procedimento, i militari hanno iniziato ad effettuare svariate verifiche presso l’anagrafe, la banca dati della motorizzazione e l’Inps, concentrandosi sulla percezione indebita del reddito. Le indagini hanno portato alla denuncia di 23 persone appartenenti a cinque differenti nuclei familiari, tutti connessi, in un modo o nell’altro, ai due famigerati clan. Tutti loro sono accusati di truffa aggravata per aver conseguenze indebiti benefici pubblici.

Alcuni di essi, infatti, erano riusciti ad ottenere il reddito di cittadinanza omettendo di essere sottoposti a misure cautelari, come arresti domiciliari e reclusioni, o di aver ricevuto condanne penali negli ultimi dieci anni. Alcuni altri, invece, simulavano la presenza di più persone all’interno del nucleo familiare in modo da aumentare i benefici percepiti. Dagli accertamenti è emerso che questi 23 indagati hanno ricevuto, nonostante non ne avessero il diritto, oltre 95 mila euro. I carabinieri di piazza Dante continuano a condurre queste investigazioni sui “furbetti” del reddito con grande assiduità.

Nei primi giorni dell’anno, altre tre persone appartenenti agli stessi clan e già condannate per vari crimini nel 2022, sono state scoperte a mentire per ottenere il sussidio, e di conseguenza denunciate. Il 16 gennaio, la Cassazione ha sottolineato che il clan Casamonica è effettivamente una organizzazione mafiosa. Già il 24 novembre 2022, la Suprema Corte aveva confermato la condanna per legge 416bis nei confronti degli imputati che avevano optato per il rito abbreviato, arrestati nel giugno del 2020 in seguito all’indagine “Noi proteggiamo Roma”, con sede operativa alla Romanina. Il 16 gennaio, invece, è arrivata la conferma da parte della Corte Suprema dell’aggravante mafiosa anche per il gruppo con quartier generale a Porta Furba, concluso in arresto tra luglio 2018 e maggio 2019 a seguito delle indagini “Gramigna” e “Gramigna bis”.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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