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Diocesi di Roma offre finanziamenti per oltre 6 milioni alle famiglie indebitate
La Fondazione Salus Populi Romani ha presentato la sua prima edizione di un rapporto che evidenzia le iniziative promosse dall’organizzazione della Diocesi di Roma. Queste iniziative mirano a sostenere le famiglie che si trovano in situazioni di sovraindebitamento o a rischio di usura tra il 2020 e il 2023 a Roma e nel Lazio. Il rapporto rivela molte informazioni utili sull’attuale situazione socio-economica della capitale e si articola attorno a tre parole chiave: “ascolto, compassione e servizio”.
Il rapporto è stato presentato il 9 febbraio alla Cittadella della Carità “Santa Giacinta” della Caritas di Roma. Tra i partecipanti alla presentazione c’erano il vescovo Benoni Amabaricus, delegato per l’Ambito della diaconia della carità della diocesi di Roma; l’assessore alle Politiche sociali e alla salute di Roma Capitale, Barbara Funari; Filippo Torrigiani, consulente della Commissione parlamentare anti-Mafia; e Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana e presidente della Fondazione Salus Populi Romani.
Il rapporto è basato su 812 richieste ricevute nel periodo 2020-2023. Nel corso di questo periodo, la Fondazione è stata in grado di fornire un intervento finanziario a oltre la metà dei richiedenti per un totale di oltre 6,6 milioni di euro. Si tratta di persone che lavorano, vivono in affitto o sono proprietari di una casa, e hanno figli. Molti di loro sono pensionati.
Le famiglie che si rivolgono alla Fondazione sono prevalentemente quelle definite “produttive”, che hanno debiti con le finanziarie o vivono in affitto. Tra le cause di sovraindebitamento più comuni ci sono la perdita o la riduzione del reddito familiare, le difficoltà nelle attività autonome e problemi di salutà tra cui il disturbo da gioco d’azzardo.
Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali di Roma Capitale, ha evidenziato che la crisi economica sta causando un aumento del sovraindebitamento. Ha suggerito che un’ulteriore risposta alla situazione potrebbe essere la creazione di sinergie tra le reti e le associazioni che già si stanno occupando di questo problema.