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Famiglia di Desyrée avverte: offerta di aiuto è una truffa, non abbiamo bisogno

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Famiglia di Desyrée avverte: offerta di aiuto è una truffa, non abbiamo bisogno

Il 19 febbraio 2024, a Cisterna di Latina, è accaduto un duplice femminicidio. Le vittime erano Desyrèe e Renèe Amato, l’ex fidanzata e la sorella dell’ex maresciallo della Guardia di Finanza Christian Sodano.

Si è diffuso un avvertimento online, mirato a quelle persone che hanno conoscenza della terribile tragedia, chiedendo di stare in guardia da quelli che cercano di lucrare sul dolore altrui. “La famiglia Amato-Zomparelli non ha chiesto alcun tipo di aiuto. Attenti alle truffe”, hanno condiviso parenti e amici di Desyrée sui social network. Questo avviso è motivato dal fatto che nelle zone di Cisterna di Latina alcune persone hanno cercato di raccogliere denaro in nome della famiglia, un’azione che la famiglia ha categoricamente smentito.

Amici e parenti di Renée Amato e sua madre Nicoletta Zomparelli, entrambe uccise a colpi di pistola dall’ex fidanzato di Desyrée, hanno espresso preoccupazione riguardo persone che, mosse da solidarietà, possano essere ingannate da questi truffatori senza scrupoli. Si sta ancora aspettando la conferma per la data dei funerali di Nicoletta e Renée.

La Procura di Latina ha recentemente acquisito lo smartphone di Desyrée, attraverso il quale si stanno valutando le conversazioni con il suo ex, Sodano. Quest’ultimo sembrava avere dei comportamenti violenti, non riuscendo ad accettare la fine della loro relazione.

Christian Sodano, dopo il duplice omicidio, voleva apparemtemente fuggire. Attualmente è accusato di duplice omicidio volontario, una contestazione provvisoria che potrebbe essere modificata. Nel frattempo, la famiglia Amato spera che venga riconosciuta l’aggravante della premeditazione. Strumenti quali sacchi neri dell’ immondizia, nastro adesivo, tirapugni, mazza da baseball, corde e tronchesi, trovati nello zaino di Sodano, sono stati giustificati dalla difesa come attrezzatura da pesca. Tuttavia, tale spiegazione sembra dubbia, vista l’assenza di una canna da pesca.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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