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Gaia e Camilla uccise a Corso Francia, Genovese processato per evasione dai domiciliari
Il 21 Febbraio 2024, Pietro Genovese è stato rinviato a giudizio dal gip del tribunale di Roma. L’accusa pendente è quella di evasione dagli arresti domiciliari. Il fatto contestato risale al 16 Gennaio del 2021, quando i carabinieri si sono recati sul posto per un controllo, ma non hanno trovato nessuno in casa.
L’avvocato difensore del ragazzo, Gianluca Tognozzi, sostiene che non ci siano prove a sostegno dell’accusa. Secondo lui, non ci sono registrazioni di telecamere di sorveglianza che mostrino Genovese uscire da casa. Inoltre, l’avvocato afferma che il ragazzo era effettivamente in casa, nella sua abitazione nel quartiere Trieste a Roma, ma stava dormendo e non ha risposto al citofono. Difatti, nonostante i carabinieri avessero il numero di Genovese, non hanno tentato di contattarlo. La data del processo è stata fissata per il 20 marzo.
Genovese è già stato condannato a cinque anni e quattro mesi per la morte di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Le due ragazze sono state investite e uccise il 22 dicembre 2019 a Corso Francia, a Roma, mentre attraversavano la strada. L’8 luglio 2021, i legali del giovane hanno proposto una condanna di cinque anni e quattro mesi, condanna accolta con il consenso della procura generale. Nel processo di primo grado, con rito abbreviato, Genovese è stato condannato ad otto anni di reclusione.
Al ragazzo è stato imposto l’obbligo di rimanere a Roma e di rispettare un coprifuoco, dalle 22 alle 7. I giudici ritenevano che tali misure fossero sufficienti per garantire adeguatamente l’ordine pubblico. Dal 26 dicembre 2019, però, Genovese era stato sottoposto agli arresti domiciliari ed è proprio in questo contesto che si contesta l’evasione. Gli avvocati del ragazzo sostengono che stesse semplicemente dormendo e non abbia sentito i carabinieri citofonare. Solo il giudice potrà stabilire la verità.