Cronaca
I trattori degli agricoltori in marcia verso Roma
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I trattori sono in marcia verso la capitale italiana, Roma, in segno di protesta. La mobilitazione degli agricoltori italiani, che risuona con le manifestazioni che hanno recentemente scosso l’Europa, è attesa a Roma nei prossimi giorni. Gli organizzatori, provenienti dal Comitato Agricoltori Traditi, assicurano che non ci saranno blocchi, ma questo non ridurrà necessariamente i potenziali disagi. Con migliaia di adesioni previste e una massa di trattori fuori dalla città, la lotta intrapresa dai lavoratori agricoli sta aumentando di intensità.
Non si tratta più di presidi isolati disseminati sul territorio, organizzati da comunicazioni informali, ma di una mobilitazione generale volta a un confronto diretto con le istituzioni politiche. Questo perché, secondo l’ala più dura del movimento, “il governo non ascolta e le associazioni agricole non rappresentano più i loro interessi”.
Ieri, per il quarto giorno consecutivo, è stato organizzato un presidio presso l’uscita del casello autostradale A1 Valdichiana, a Bettolle, in provincia di Siena. Un gruppo di 50 veicoli ha marciato lungo la strada statale Appia nel casertano, mentre agricoltori e pastori sardi hanno passato la terza notte al porto di Cagliari.
Il settore agroalimentare italiano fornisce lavoro a 4 milioni di persone e ha generato un fatturato aggregato di oltre 600 miliardi di euro nel 2023. Nonostante questo, chi coltiva i campi e alleva bestiame ritiene che il proprio lavoro non sia trattato con la dignità che merita.
Due organizzazioni, il Comitato Agricoltori Traditi e il Coordinamento Riscatto Agricolo, hanno riunito i produttori agricoli autonomi che protestano e hanno pubblicato un manifesto con dieci punti chiave.
Tuttavia, ci sono discrepanze tra il gruppo radicale che marcia su Roma e gruppi più disposti al dialogo, come la Coldiretti, che stanno negoziando con il governo. Un punto di contesa comune è la questione dell’IRPEF, un’imposta reddito delle persone fisiche.
Nel frattempo, la protesta continua anche oltre i confini italiani. In Belgio, sono aumentati i blocchi ai centri di distribuzione dei supermercati e gli scaffali stanno iniziando a svuotarsi, mentre la protesta si sta spostando al confine con l’Olanda e si sta placando in Francia. I sindacati che rappresentano la maggioranza degli agricoltori hanno lanciato un appello per sospendere i blocchi stradali a seguito dell’annuncio del primo ministro Gabriel Attal, che ha promesso di introdurre una serie di misure a sostegno dell’agricoltura.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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