Attualità
Incendio ad Ostia, coppia intrappolata in casa intossicata e ricoverata in ospedale

L’incendio nella villetta di Ostia ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco nel primo pomeriggio di lunedì 19 febbraio 2024. L’incendio ha priorio in una casa di tre piani situata al numero 21 di via Gaspare Balbi. L’incendio ha iniziato a consumare la struttura e ha richiesto l’intervento immediato dei pompieri. Dopo essersi resi conto delle fiamme, le autorità sono state allertate. La sala operativa dei pompieri ha ricevuto la segnalazione alle 15:37 e si è immediatamente messa in movimento per raggiungere la villetta, in cui erano presenti i proprietari, i quali, a seguito dello sviluppo delle fiamme, sono rimasti bloccati all’interno e sono stati intossicati dal fumo.
Non appena è stato dato l’allarme, i vigili del fuoco hanno immediatamente raggiunto la villetta. Oltre alla squadra nº 13 A di Ostia, sul posto sono arrivate anche l’autoscala (AS13) e il carro autoprotettori. I proprietari della villetta, un uomo e una donna di 77 e 83 anni, erano all’interno dell’edificio al momento dell’intonazione delle fiamme. Le squadre di soccorso, una volta sul posto, hanno iniziato immediatamente l’opera di spegnimento dell’incendio che ancora incendiava l’edificio. Dalle foto è visibile quanto la casa sia stata danneggiata, con pareti esterne, una volta rosa, ora annerite a causa del fumo.
I due proprietari della casa sono rimasti intrappolati all’interno dell’edificio in fiamme, ma sono stati liberati dai vigili del fuoco e immediatamente estratti dall’edificio. Una volta fuori, sono stati affidati al personale sanitario del 118. Medici e infermieri sono arrivati sul posto e hanno prontamente trasportato in ospedale entrambe le persone. Sono stati portati all’ospedale Grassi di Ostia come misura precauzionale. Sia la donna di 77 anni che l’uomo di 83 anni hanno subito una leggera intossicazione dovuta all’inalazione di fumo.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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