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Julian Assange riceve la cittadinanza onoraria di Roma nonostante le opposizioni

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Julian Assange riceve la cittadinanza onoraria di Roma nonostante le opposizioni

Dopo una serie di rinvii, la cittadinanza onoraria di Roma è stata conferita a Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks. Assange, attualmente in carcere in Inghilterra in attesa del suo processo il 20 febbraio, ha ricevuto la cittadinanza su proposta del Movimento Cinque Stelle e Lista Civica Raggi. La decisione, presa la scorsa mese, ha subito ritardi e resistenze, ma è stata finalmente approvata dal Consiglio Comunale. Questo rende Assange cittadino onorario di Roma, oltre a Modena, Napoli e Procida.

Ci sono stati però anche dissensi rispetto alla decisione. Valerio Casini e Francesca Leoncini, consiglieri capitolini di Italia Viva, hanno espresso i loro dubbi riguardanti la concessione della cittadinanza onoraria ad Assange. Secondo loro, ci sono ancora molti aspetti oscuri da chiarire sulla vicenda di Assange.

La reazione del Movimento Cinque Stelle è stata invece di soddisfazione. Secondo Virginia Raggi, Linda Meleo e Antonio De Santis, rappresentanti del movimento, l’assegnazione della cittadinanza è un segnale importante per difendere i diritti fondamentali dell’uomo, ripetutamente violati. Hanno inoltre esortato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a convocare la moglie di Assange, Stella Moris, per conferirle l’onorificenza.

Dal Partito Democratico si è levata la voce di Antonella Melito, co-firmataria della proposta. Melito ha sottolineato la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione Assange prima dell’udienza del 20 febbraio. Ha ricordato inoltre che Assange è un giornalista italiano, grazie alla tessera onoraria conferitagli dall’Ordine dei giornalisti.

Nonostante questo, la delibera non ha trovato il consenso di tutti. I consiglieri di Italia Viva, Valerio Casini e Francesca Leoncini, hanno votato contro. Pur sottolineando la centralità dei valori universali come la libertà di stampa, la democrazia e il rispetto dei diritti umani, ritengono che il caso di Assange sia ancora da definire dal punto di vista giudiziario. A loro giudizio, le azioni di Assange hanno messo a repentaglio la sicurezza e la vita di molte persone.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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