Attualità
Nuovo farmaco orale per cancro al seno aggressivo uccide solo cellule tumorali

Scienziati australiani hanno condotto esperimenti di laboratorio su un potenziale farmaco orale sperimentale, denominato CDDD11-8, che sembra essere in grado di eliminare le cellule del cancro al seno triplo-negativo – una delle forme più aggressive di carcinoma del seno. Intrigantemente, sembra che il farmaco riesca a colpire queste cellule cancerose senza danneggiare le cellule sane. Questo promettente farmaco potrebbe rappresentare una svolta nella terapia di questa malattia.
Gli stessi ricercatori hanno potuto osservare che il farmaco ha la capacità di indirizzare anche le metastasi, ovvero le cellule cancerose che si diffondono da un tumore primario ad altri organi e tessuti del corpo – la principale causa di morte nei casi di cancro maligno. Il cancro al seno triplo-negativo (TNBC) è considerato uno dei più temibili e al momento non esiste un trattamento specifico per questo. Questo perché il TNBC manca dei recettori presenti negli altri tipi di cancro al seno, che sono normalmente il bersaglio dei farmaci utilizzati in chemioterapia e immunoterapia.
I tumori del seno sono generalmente classificati in base alla presenza dei recettori per gli estrogeni e il progesterone e alla presenza della proteina HER2, un recettore per il fattore di crescita epiteliale. Poiché il TNBC non presenta questi bersagli, è estremamente difficile da curare. Nel complesso, il TNBC colpisce principalmente le donne giovani e evidenzia tassi di recidiva e mortalità molto alti entro cinque anni dalla diagnosi. Questa molecola potrebbe rappresentare una speranza per una terapia mirata per questo tipo di cancro, anche se la sua eventuale approvazione per l’uso nei pazienti richiederà diversi anni di ulteriori studi e test.
La ricerca internazionale, guidata da scienziati della Scuola di Medicina dell’Università di Adelaide, ha collaborato con colleghi del Dipartimento di Scoperta e Sviluppo dei Farmaci dell’Università dell’Australia del Sud e del Dipartimento di Chirurgia e Cancro dell’Imperial College di Londra. Le sperimentazioni hanno riguardato il farmaco CDDD11-8, sviluppato nel 2022 dal professor Shudong Wang per il trattamento di un particolare tipo di tumore del sangue.
La ricerca ha mostrato come il cancro si diffonda sfruttando una proteina denominata chinasi 9 ciclina-dipendente (CDK9) e come il farmaco CDDD11-8 sia in grado di inibire selettivamente questa proteina. Risultati promettenti sono stati ottenuti sia in esperimenti su colture di cellule umane che su modelli murini (topi) con carcinoma mammario. Infatti, non solo il farmaco è stato in grado di bloccare efficacemente la crescita di queste cellule tumorali e di ridurre il loro numero, ma non sono stati riscontrati effetti collaterali tossici sulle cellule sane.
“Il nostro studio preclinico mostra che il farmaco è stato in grado di fermare la moltiplicazione delle cellule tumorali, ma non ha influenzato le cellule normali del tessuto mammario”, ha dichiarato la professoressa Theresa E. Hickey dell’Università di Adelaide. Nonostante ciò, la ricercatrice ha sottolineato che siamo ancora agli inizi e che gli studi dovranno continuare. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Oncogene del circuito Nature.
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Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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