Attualità
Oltre 150mila multe nella Galleria Giovanni XXIII a Roma nel 2023
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Nel 2023, a Roma, più della metà delle multe per eccesso di velocità sono state attribuite dall’autovelox della Galleria Giovanni XXIII. Questo ha registrato 154mila violazioni, a confronto con le 107mila multe rilevate dalle altre telecamere presenti in tutta la città.
Nel 2023, grazie agli autovelox, a Roma sono state emesse oltre 260mila sanzioni per eccesso di velocità. Di queste, più della metà sono state rilevate nell’autovelox della Galleria Giovanni XXIII. Questa situazione è stata scoperta attraverso uno studio pubblicato sul Sole 24 Ore, in cui sono stati analizzati i dati del Siope, il sistema telematico del Ministero dell’Economia che monitora i movimenti finanziari delle pubbliche amministrazioni.
I tutor nella Galleria Giovanni XXIII sono stati attivati ad aprile 2023, e le sanzioni sono state applicate ai conducenti che viaggiavano a una velocità superiore ai 75 chilometri all’ora. Nei primi quattro giorni di attivazione, sono stati multati 3500 veicoli, equivalenti a 875 al giorno o 36 ogni ora. Questo sistema ha permesso al Campidoglio di ridurre il numero di incidenti all’interno della galleria.
Luca Valdisserri, giornalista che ha perso il figlio in un incidente stradale, ha commentato l’installazione del tutor nella Galleria Giovanni XXIII. Ha dichiarato che, grazie a questo dispositivo, gli incidenti sono notevolmente diminuiti. Tuttavia, ha messo in discussione le priorità della gente, chiedendo se è più importante salvare vite o evitare multe.
Secondo i dati del Sole 24 Ore, Roma è la città del Lazio con il maggior numero di multe, seguita da Rieti, Latina, Frosinone e Viterbo. Roma è seconda solo a Milano per il totale di multe raccolte.
Se si considera il numero di abitanti per città, Firenze è in testa con quasi 200 euro pro capite di multe stradali, seguita da Rieti con 151,2 euro.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.
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Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl
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Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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