Attualità
Sanremo 2024: Cosa cambia nelle serate, nella giuria e nel televoto secondo il regolamento

Il Festival di Sanremo 2023, con Amadeus alla guida, sta per fare il suo atteso ritorno. Attiva le notifiche per ricevere tutti gli aggiornamenti necessari.
Con il Festival di Sanremo 2024 che si avvicina rapidamente, diamo uno sguardo al regolamento ufficiale in vista della 74° edizione. Molte novità sono state introdotte in questa edizione, alcune delle quali sono state svelate nei mesi precedenti: da una crescita nel numero di cantanti partecipanti da 26 a 30, fino all’ultimo divieto per il vincitore del Festival di partecipare a programmi televisivi diffusi da emittenti diverse dalla Rai. Ma approfondiamo il regolamento.
Il Festival di Sanremo 2024 sarà trasmesso dal 6 al 10 febbraio. A differenza della scorsa edizione che aveva 28 partecipanti, quest’anno il numero salirebbe a 30. Come per l’edizione dell’anno scorso, anche i vincitori di Sanremo Giovani saranno obbligati a presentare una canzone inedita sul palco dell’Ariston. Durante la quarta serata, dedicata alle Cover, i campioni dovranno eseguire brani “tratti dal repertorio italiano ed internazionale, pubblicati entro il 31 dicembre 2023 compreso”. Gli artisti come Renga e Nek, che hanno già un rapporto artistico consolidato, avranno la possibilità di “non avvalersi della presenza dell’artista Ospite”.
Durante la seconda e la terza serata, avverranno cambiamenti con due gruppi da 15 concorrenti che si alternano in gara. Secondo il regolamento: “Sia nella Seconda che nella Terza Serata, i 15 Artisti la cui esibizione non è prevista parteciperanno comunque allo spettacolo televisivo per presentare l’esibizione di uno tra i 15 Artisti impegnati in gara”. Quest’associazione tra gli artisti “presentatori” e gli artisti in gara sarà stabilita attraverso un sorteggio pubblico, preferibilmente durante le conferenze stampa giornaliere programmate per il 7 e l’8 febbraio 2024. Un’ulteriore modifica riguarda la lettura delle posizioni sulla classifica generale; durante le prime quattro serate, saranno svelate al pubblico solo le prime 5/10 posizioni, mentre durante l’ultima serata verrà presentata l’intera classifica finale di 30 cantanti.
Il sistema di voto e la distribuzione delle giurie subiranno delle modifiche significative, soprattutto con l’eliminazione della giuria demoscopica. Le canzoni in gara saranno giudicate dal pubblico a casa attraverso il consolidato sistema del Televoto, dalla Giuria della Sala Stampa, Tv, Web, e dalla Giuria della Radio. Nella prima serata, sarà la Giuria della Sala Stampa, Tv, e Web a votare. A partire dalla seconda alle successive serate, sia la Giuria della Sala Stampa, Tv, Web sia il pubblico (attraverso il televoto) avranno un peso del 50% sul voto finale. Al termine della quinta serata, per determinare il vincitore del 73° Festival di Sanremo tra i 5 finalisti, ci sarà un ulteriore voto diviso come segue: il 34% al televoto, il 33% alla Giuria della Sala Stampa, Tv, Web e il 33% alla Giuria della Radio.
Fonte
Cronaca
Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

Cicalone è tornato a colpire, e i rosiconi da tastiera possono solo mordersi le mani! Il noto youtuber, che da anni gira le periferie più dimenticate d’Italia per mostrare al mondo quello che nessuno vuole vedere, sta facendo impazzire chi lo critica stando comodamente seduto sul divano. Con i suoi video crudi e senza filtri, Cicalone porta alla luce volti, storie e persone che per troppi sono invisibili: ragazzi sfruttati, usati come pedine da chi vuole fare la morale o raccattare qualche like, ma che in realtà non ha mai messo piede in quei posti. E allora ben vengano personaggi come lui, che hanno il coraggio di accendere i riflettori su un’Italia che fa paura, ma che esiste eccome.
Cicalone dà voce agli invisibili: e i rosiconi rosicano
Cicalone non fa video per fare il figo o per raccattare visualizzazioni facili. Lui va dove gli altri non osano: nelle periferie abbandonate, tra palazzoni fatiscenti e strade che sembrano uscite da un film distopico. Qui incontra persone che la società ha dimenticato: giovani in preda all’alcol o a sostanze, spesso sfruttati da chi li usa per i propri scopi – che sia per fare propaganda politica o per sentirsi “impegnati” senza muovere un dito. Cicalone non giudica, non fa la morale: mostra e basta. E questo dà fastidio a chi preferirebbe tenere tutto sotto il tappeto. “Sta spettacolarizzando il degrado!”, strillano i rosiconi sui social. Ma la verità è che Cicalone sta facendo quello che loro non hanno il coraggio di fare: dare un volto e una voce a chi non ce l’ha.
Altro che chiacchiere: Cicalone rischia la pelle
Parlare è facile, ma provateci voi a stare faccia a faccia con questi ragazzi! Cicalone non gira con una scorta, non ha uno staff che lo protegge: va da solo, con la sua telecamera, in posti dove un litigio banale può trasformarsi in una tragedia. Ragazzi strafatti di alcol o sostanze, che in un attimo di rabbia possono diventare pericolosi, anche per motivi stupidi. “Vorrei vedere i più ardimentosi dei rosiconi qui, a fare i fenomeni davanti a un tizio che ti fissa con un coltello in mano”, si legge in uno dei commenti dei suoi fan. E come dargli torto? Cicalone rischia la pelle per mostrare una realtà che fa comodo ignorare, mentre i criticoni se ne stanno al sicuro, a pontificare dal loro salotto con l’aria condizionata.
Sfruttati e dimenticati: Cicalone accende i riflettori
Il vero scandalo non è Cicalone, ma quello che mostra. In queste periferie, le persone non sono solo invisibili: sono sfruttate. Vengono usate come simboli da chi vuole fare la vittima o da chi cerca di raccattare consensi, senza mai fare nulla di concreto per aiutarle. Cicalone, invece, non promette soluzioni miracolose: il suo obiettivo è semplice ma potente: portare attenzione su un fenomeno che tutti fingono di non vedere. E ci riesce alla grande, con video che fanno milioni di visualizzazioni e che costringono anche i più distratti a fermarsi e guardare. Ogni volto, ogni storia che racconta è un pugno nello stomaco, ma è un pugno necessario. Perché se non ci fosse lui, chi parlerebbe di questi ragazzi?
Cicalone, un eroe moderno: i rosiconi si arrangino
Mentre i rosiconi continuano a blaterare, Cicalone va avanti per la sua strada, e meno male! Non si piega alle critiche di chi lo accusa di “sensazionalismo” o di “mettere in pericolo” le persone che filma. La verità è che lui sta facendo un lavoro che nessuno ha il coraggio di fare, e lo fa con una sincerità che spiazza. I rosiconi possono continuare a rosicare, ma Cicalone non si ferma: continuerà a girare per le periferie, a mostrare l’Italia che fa paura, a dare voce a chi non ce l’ha. E se questo vi dà fastidio, cari criticoni, alzatevi dal divano e andate a fare qualcosa di utile, invece di sparare sentenze. Cicalone è un eroe moderno, e voi siete solo invidiosi. Punto.
Attualità
Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

Immaginate se il gesto fatto da Romano Prodi, azione abbastanza ignobile, di tirare i capelli a una giornalista, la quale ha tutto il diritto di fare una domanda lecita, fosse accaduto a un esponente del centrodestra.
Immaginiamo se, al posto del “Mortadella”, presidente del consiglio che ci ha affossato con l’entrata nell’Euro, oltre alle svariate privatizzazione che hanno impoverito l’Italia, al suo posto ci fossero stati il presidente del Senato Ignazio La Russa, oppure quello della camera Lorenzo Fontana, o ancora Fabio Rampelli.
Cosa sarebbe accaduto, mediaticamente parlando, se qualche esponente della destra, avesse tirato i capelli a una giornalista? Facile e anche troppo scontato: tutti i giornali del mainstream vicini all’aria progressista, avrebbero fatto dei titoli e delle considerazioni molto più severe, appellandosi al maschilismo, all’urgente bisogno di sconfiggere il patriarcato, al fatto che la violenza fascista è sempre dietro l’angolo ecc…
La mancanza di rispetto per i giornalisti non ha colore, e invece tutto tace nelle redazioni della Repubblica e al TG3.
E allora ci viene da dire dove sta il giornalismo, dove sta la libertà? La verità è che ognuno tira l’acqua al suo mulino, omettendo spesso la verità fattuale.
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