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Senato vota per abolire l’abuso d’ufficio: cosa cambia e cosa succede adesso
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Il Senato ha dato il via libera al primo articolo del ddl Nordio, che mira a eliminare il reato di abuso d’ufficio. Questo rappresenta un primo passo cruciale nel processo di riforma. Il voto sull’articolo ha visto le opposizioni dividersi, con Azione e Italia Viva che hanno deciso di allinearsi con la posizione del governo.
Il primo voto sul ddl Nordio al Senato si è così concluso con l’approvazione di uno degli aspetti più controversi della riforma: l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Nonostante la votazione non sia ancora terminata, con il Senato che proseguirà oggi il dibattito per l’approvazione totale del disegno di legge, la maggioranza ha già ottenuto uno dei risultati più attesi. A sostegno della riforma, oltre alla coalizione di centrodestra, hanno votato Azione, il partito di Carlo Calenda, e Italia Viva, guidata da Matteo Renzi. Entrambi i partiti sostenevano da tempo la necessità di abolire tale reato.
L’abuso d’ufficio, come definito dall’articolo 323 del codice penale, si applica a chi, in qualità di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, viola delle regole nel corso delle sue funzioni o del servizio. In particolare, chi si astiene quando dovrebbe agire, o viceversa, e fa ciò con l’intento di procurare a sé stesso o ad altri un ingiusto vantaggio, o di arrecare un danno ingiusto a terzi. Spesso questa norma ha riguardato sindaci o amministratori locali, suscitando molte critiche per la sua presunta vaghezza, nonostante alcune modifiche nel 2020 l’abbiano resa più limitata e precisa.
Chi sostiene l’abolizione del reato fa spesso riferimento al gran numero di indagini per abuso d’ufficio che alla fine sono archiviate, mettendo però a rischio la reputazione delle persone indagate. Collegata a ciò, c’è l’argomento noto come “paura della firma”, in cui molti sindaci e altri funzionari pubblici esitano a firmare certi provvedimenti per timore di essere successivamente accusati di abuso d’ufficio. D’altro canto, le opposizioni e diversi giuristi sottolineano che queste preoccupazioni non siano sufficienti per giustificare l’eliminazione del reato.
Nella votazione in Senato, Azione e Italia Viva si sono schierati a favore dell’abolizione del reato. Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha criticato duramente il Partito Democratico per il suo atteggiamento “imbarazzante” nella difesa dell’abuso d’ufficio. D’altra parte, Matteo Renzi ha sostenuto che l’abolizione del reato costituisce una risposta politica alle richieste dei sindaci e degli assessori del PD. Tra i vari emendamenti proposti, uno del M5s Roberto Scarpinato, che suggeriva di modificare piuttosto che abolire il reato di abuso d’ufficio, è stato respinto anche dal Partito Democratico, nonostante esso si sia opposto alla cancellazione del reato. Scarpinato ha inoltre contestato l’argomentazione della “paura della firma”.
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Allerta bomba su volo American Airlines attivata da una mail anonima
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Un falso allarme bomba ha interessato un volo American Airlines partito da New York e diretto in India, a seguito di una mail anonima giunta all’aeroporto di Delhi.
La segnalazione e l’intervento
La mail conteneva la minaccia: “C’è una bomba a bordo”. Ricevuta ieri, ha attivato le procedure di emergenza, portando l’aereo, un Boeing 789, a invertire la rotta verso Fiumicino, mentre sorvolava il Mar Caspio. È stato solo dopo che il pilota ha ricevuto indicazioni per atterrare in Italia, che due Eurofighter dell’Aeronautica militare hanno affiancato il velivolo nel suo arrivo.
Controlli a terra
Una volta atterrato, passeggeri ed equipaggio sono stati fatti scendere e ha avuto inizio un’accurata verifica dell’aereo da parte della polizia e della polaria. Non è stato trovato alcun ordigno esplosivo, e l’allerta è stata presto dichiarata falsa. I passeggeri e l’equipaggio hanno dovuto affrontare disagi e trascorrere la notte a Roma, ma oggi è prevista una nuova partenza per l’India.
Un episodio a lieto fine
Nonostante l’alta tensione e il grande spavento per i circa 200 passeggeri a bordo, fortunatamente, la situazione si è conclusa senza conseguenze gravi.
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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma
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Un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella al carcere romano di Regina Coeli, mentre un altro si è ferito gravemente al collo. La notizia è stata comunicata dal sindacato Fp Polizia Penitenziaria della Cgil, che ha definito l’episodio come un'”ennesima notte di follia” all’interno dell’istituto penitenziario.
Incendio e fuga di fumo
Il sindacato ha spiegato che il detenuto ha provocato un incendio creando una grossa nube di fumo nella sezione detentiva. Solo l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi. Durante le operazioni di evacuazione, un altro detenuto, probabilmente sconvolto e in preda al panico, si è procurato una grave ferita da taglio al collo.
Condizioni critiche del personale
La Cgil ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione del personale, avvertendo che è “fortemente in sotto organico”. Il sindacato ha denunciato le “precari e difficili condizioni di lavoro” nella struttura, sottolineando che la Polizia Penitenziaria sta affrontando turni massacranti e operando al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Hanno fatto appello per “interventi urgenti dalle varie Autorità” e hanno chiesto una riforma dell’intero sistema penitenziario che possa affrontare le emergenze e restituire dignità ai lavoratori del Corpo di Polizia Penitenziaria.
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