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As Roma, ragazza licenziata: “Sono la vittima, sul ragazzo che ha rubato il video nessuna parola”

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As Roma, ragazza licenziata: “Sono la vittima, sul ragazzo che ha rubato il video nessuna parola”

Francesco Bronzini, l’avvocato che rappresenta la ragazza licenziata dall’As Roma insieme al suo compagno a causa del furto di un video intimo da parte di un giocatore della Primavera, ha espresso la sua delusione per come la situazione è stata gestita. La giovane, vittima dell’accaduto, si è detta sconcertata e amareggiata per il trattamento ricevuto, sottolineando che sembra essere stata considerata la responsabile di un presunto complotto, mentre il ladro delle immagini non ha affrontato conseguenze.

La questione è stata resa pubblica da un articolo di Alessandro Mantovani su Il Fatto Quotidiano, ma i pettegolezzi in merito circolavano già da mesi all’interno della società. La vittima, ignara di tutto ciò, ha scoperto che il video era stato visto da tutti e diffuso tra i membri della squadra. Il licenziamento è stato poi comunicato a lei e al suo compagno, senza che vi fossero state azioni disciplinari nei confronti del ladro o dei suoi complici.

Il licenziamento è stato contestato dalla Cgil di fronte al giudice del lavoro, con l’obiettivo di reintegrare i due dipendenti. L’avvocato Bronzini ha espresso il suo disappunto per il fatto che nessuna azione disciplinare sia stata presa contro il responsabile del furto delle immagini private, che sono state rubate in un contesto esterno alla sede lavorativa della ragazza e del suo compagno. Questo episodio solleva interrogativi sul licenziamento, che probabilmente non sarebbe avvenuto se il video privato non fosse stato rubato.

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.

Dettagli sulla sera della morte

Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.

Testimonianze e sviluppi delle indagini

La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.

Senza segni di violenza

I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

Un uomo di 47 anni è stato condannato a tre anni e tre mesi di carcere dal Tribunale di Roma per maltrattamenti e stalking nei confronti della moglie. L’uomo è stato ritenuto responsabile di una serie di violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte e comportamenti ossessivi.

Tra le azioni più gravi, l’imputato minacciava la donna dicendole: “Ti do gratis ai miei amici, che ti fanno prostituire”. La vittima, come riportato dal Corriere della Sera, ha subito una spirale di violenze che includevano aggressioni fisiche, umiliazioni e pedinamenti. Numerosi episodi di violenza sono stati documentati in sede processuale.

Minacce di morte e aggressioni

L’imputato, accusando la moglie di tradimenti, l’ha minacciata con frasi come: “Se mi lasci ti ammazzo”. Le aggressioni comprendevano pugni e schiaffi, oltre a tentativi di controllo sulla sua vita, come il clonare il telefonino della donna. La situazione é degenerata quando lui stesso ha contattato i carabinieri, affermando: “Venite, altrimenti ammazzo mia moglie o la faccio ammazzare da qualcun altro”. L’intervento delle forze dell’ordine, seguito dalla denuncia della vittima, ha avviato le indagini che hanno portato al processo e alla conseguente condanna dell’uomo.

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