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Badante violentata dal 52enne. La famiglia lo difende “pagata per sesso”
Un uomo romano di cinquantacinque anni con problemi di deambulazione è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere per violenza e sfruttamento sessuale nei confronti della sua badante. La vicenda risale al 2018, quando la donna ha accettato un lavoro da colf senza sapere che avrebbe dovuto anche avere un rapporto sessuale con il suo datore di lavoro, a quanto afferma lei stessa.
Durante il processo, il figlio e la moglie dell’uomo hanno difeso strenuamente l’accusato, sostenendo che la badante avesse accettato un accordo che prevedeva anche una relazione affettiva e sessuale. Tuttavia, la donna ha testimoniato di aver subito molestie sessuali, approcci indesiderati e violenza da parte dell’uomo, che avrebbe approfittato della sua vulnerabilità in seguito a una situazione di disagio personale.
La situazione è degenerata quando la donna, esasperata dalla situazione, ha tentato di allontanarsi bevendo troppo e l’uomo ha approfittato della sua vulnerabilità per violentarla. Dopo l’aggressione, la donna ha denunciato l’accaduto alla polizia, dando il via al processo che si è concluso con la condanna dell’uomo. La sua difesa ha sempre sostenuto che il rapporto sarebbe stato consensuale, mentre la famiglia ha affermato che la donna era stata pagata anche per soddisfare i bisogni sessuali del marito malato.