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Blitz femminista alla Sapienza: attiviste fanno scattare l’allarme antincendio.

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Blitz femminista alla Sapienza: attiviste fanno scattare l’allarme antincendio.

Nella mattinata di oggi, tre attivisti sono entrati nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’università La Sapienza e hanno fatto scattare l’allarme antincendio per denunciare le molestie e la violenza di genere presenti anche in ambiente accademico. Le studentesse dell’ateneo hanno documentato episodi di abusi, dimostrando che nessun luogo è esente da tali problemi.

L’allarme è stato attivato alle 10.30 dalle attiviste di Bruciamo Tutto, che hanno esposto cartelli con i nomi delle vittime di femminicidio degli ultimi tre mesi, sottolineando l’urgenza di combattere il sistema patriarcale. La protesta è proseguita anche in aula, interrompendo le lezioni e raccogliendo applausi da parte degli studenti e dei docenti presenti. L’azione si è conclusa con l’intervento della Digos dopo circa mezz’ora.

Il movimento Bruciamo Tutto ha dichiarato che un minuto di silenzio non è sufficiente per affrontare la questione della violenza di genere e che la lotta contro il sistema patriarcale deve continuare con forza. L’obiettivo è attirare l’attenzione su un’emergenza in corso e unirsi alla mobilitazione già presente nel mondo universitario.

Una studentessa coinvolta nell’azione ha dichiarato di non sentirsi sicura all’università a causa delle molestie, del catcalling e della violenza verbale e fisica presenti. Bruciamo Tutto ha avanzato la richiesta di un Reddito di Liberazione per le donne vittime di violenza, che sia più accessibile e veloce da ottenere rispetto alla procedura attuale, che risulta lunga e burocratica.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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