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Frane, esondazioni e allagamenti: per la sicurezza di Roma servono 900 milioni di euro
La mappa del rischio idrogeologico a Roma rivela che per mettere in sicurezza la città servono 900 milioni di euro. Il professor Marco Casini, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, ha sottolineato che a Roma 400mila persone vivono in aree soggette ad esondazioni e 4mila cittadini convivono con circa 700 fenomeni franosi censiti sul territorio. Circa il 14% della popolazione romana è esposta a eventi di dissesto idrogeologico, secondo i dati diffusi dall’Autorità.
Roma è un territorio molto esteso e complesso, con oltre 2,8 milioni di abitanti. Il rischio idrogeologico a Roma si divide in rischio idraulico e rischio geologico da frana. Il rischio idraulico, legato alle esondazioni e allagamenti, è particolarmente presente nei numerosi affluenti che alimentano il fiume Tevere, come il fiume Aniene, la marana di Prima Porta e vari torrenti. La portata limitata di questi corsi d’acqua, combinata con rifiuti, sedimenti e vegetazione che bloccano il passaggio dell’acqua, provoca allagamenti durante i fenomeni intensi di pioggia.
Le zone di bonifica a Roma Sud presentano rischi da rigurgito del sistema fognario e da fossi che esondano, mentre a Ponte Milvio, Roma Nord, la conformazione geografica rende la zona ad alto rischio di flash flood durante piogge intense. Il Tevere, grazie ai muraglioni, non è a rischio di esondazioni nella parte centrale di Roma, ma può esondare a Sud (come a Ostia e Tor di Valle) e a Nord (come a Monterotondo, Primaporta e Settebagni).
Per ridurre i rischi di allagamenti, è necessaria una costante manutenzione ordinaria e la realizzazione di opere di mitigazione come argini più robusti e meccanismi per smaltire quantitativi d’acqua improvvisi. Il cambiamento climatico sta aumentando l’incidenza di eventi estremi a Roma, con 66 eventi estremi registrati dal 2010 al 2022. Gli eventi includono esondazioni, frane, allagamenti, ondate di calore, mareggiate e grandinate.
Nella città di Roma sono stati censiti 700 fenomeni franosi e circa 4mila persone sono direttamente coinvolte. I siti più a rischio si trovano soprattutto nella parte Ovest della città, con i municipi quattordicesimo, quindicesimo, terzo e primo tra i più interessati. Il consumo di suolo a Roma, che nel solo anno scorso ha raggiunto 70.300 ettari, riduce le capacità di infiltrazione dell’acqua e aumenta i rischi di dissesto idrogeologico.
Il piano di investimenti per mettere in sicurezza Roma dal punto di vista idrogeologico, sviluppato con il supporto dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, prevede 900 milioni di euro investiti prioritariamente per individuare interventi da realizzare il prima possibile. Questi investimenti sono stati inclusi nella programmazione dell’Autorità e si cerca ora di trovare i fondi necessari per realizzarli. La sinergia tra l’Autorità e l’amministrazione si è rivelata un ottimo lavoro sinergico per individuare interventi mirati ed efficaci.
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