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Incidente Casilina: terzo morto a 300 metri, moglie denuncia scomparsa

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Incidente Casilina: terzo morto a 300 metri, moglie denuncia scomparsa

L’auto ribaltata sulla Casilina ha causato un tragico incidente sabato sera, con un bilancio di tre vittime. Oltre alle due vittime già identificate, un uomo di 33 anni è stato trovato senza vita da carabinieri e vigili del fuoco in un campo distante 300 metri dal punto di impatto.

La sua scomparsa era stata denunciata dalla moglie il giorno precedente, poiché non aveva più notizie del marito, che si trovava assieme a una delle vittime del mortale incidente avvenuto nel comune di Segni a Roma. Si ipotizza che l’uomo sia stato sbalzato fuori dalla vettura durante lo schianto e abbia tentato di allontanarsi a piedi, morendo poco dopo.

Dunque, sono tre gli uomini deceduti nell’incidente avvenuto sabato sera su via Casilina. Le vittime identificate sono Marian Kola, 23 anni, e Blerim Miha, 27 anni. Una quarta persona a bordo dell’auto si trova in condizioni gravissime, ricoverata al Policlinico di Tor Vergata. L’incidente è avvenuto quando i quattro giovani viaggiavano a bordo di una Bmw rubata da un pensionato, schiantandosi sulla Casilina. Pare che procedessero ad alta velocità e, nel tentativo di attraversare una rotatoria, abbiano urtato il cordolo in cemento. La vettura è poi piombata in avanti, schiantandosi tra gli alberi e prendendo fuoco. Il guidatore e il passeggero anteriore hanno perso la vita, mentre un terzo occupante è stato portato in ospedale e il quarto è stato trovato successivamente grazie alla denuncia della moglie.

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

È iniziato il processo relativo alla morte di Paolo Calissano, l’attore genovese deceduto a Roma il 29 dicembre 2021. A essere imputato è l’avvocato Matteo Minna, storico amministratore di sostegno di Calissano, accusato di peculato, circonvenzione di incapace e falso. L’accusa sostiene che Minna abbia sottratto alla vittima circa mezzo milione di euro approfittando della sua vulnerabilità. Il fratello di Calissano, Roberto, ha sporto denuncia dopo aver notato anomalie nei conti e nei bonifici dell’attore.

Il ruolo dell’avvocato Minna

Il fratello di Paolo Calissano ha descritto la situazione come un “duplice dolore, perché ci fidavamo di lui”. Minna e Calissano si conoscevano da tredici anni, durante i quali l’avvocato ha gestito le finanze dell’attore. Dall’inizio del procedimento, Minna si trova agli arresti domiciliari e sono emerse circa 143 operazioni irregolari effettuate nell’arco di tredici anni. Nell’ultimo periodo della sua vita, Paolo Calissano era in uno stato di fragilità, afflitto da depressione e debiti.

Altre presunte vittime e sequestro di beni

Oltre a Calissano, Minna sarebbe accusato di aver ingannato altre persone, sottraendo denaro in modo “spregiudicato”. Per queste motivazioni, è stato disposto un sequestro di beni per un valore di 800mila euro nei suoi confronti.

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.

Dettagli sulla sera della morte

Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.

Testimonianze e sviluppi delle indagini

La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.

Senza segni di violenza

I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.

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