Cronaca
Ma come si può che una docente difenda pubblicamente una brigatista. La Sapienza piena zeppa di certi “insegnanti”
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Un tweet pubblicato e poi rimosso, ma che nel breve tempo in cui è stato online ha suscitato grande clamore. “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”: queste le parole condivise sui social da Donatella Di Cesare, 67 anni, docente, editorialista, saggista e filosofa, accompagnate da una foto della brigatista Barbara Balzerani, scomparsa recentemente a Roma. Balzerani è stata coinvolta in numerosi omicidi attribuiti alle Brigate Rosse e nel sequestro del leader della Democrazia Cristiana, Aldo Moro. Fu una delle ultime membri dell’organizzazione terroristica ad essere arrestata, nel giugno del 1985, ragion per cui venne soprannominata la “primula rossa”.
Il post della Di Cesare, figura di spicco sia in televisione che nell’ambito accademico, essendo professore ordinario di filosofia teoretica alla Sapienza di Roma, ha suscitato una valanga di polemiche. La filosofa si è dichiarata “stupita e sconcertata” per gli attacchi ricevuti, “anche da alcuni ministri”, e ha sottolineato di essere sempre stata “lontana da ogni forma di violenza”. “La mia vita, i miei scritti, il mio insegnamento testimoniano ciò”, ha aggiunto.
La Di Cesare ha spiegato che nel suo post ha voluto ricordare la scomparsa di Barbara Balzerani, da cui si è sempre tenuta a distanza. Nel contesto, ha accennato alla trasformazione radicale che la sua generazione aspirava. “Alcuni hanno scelto la lotta armata; io ho preso la strada del femminismo”, ha precisato. Ha inoltre evidenziato di aver sperimentato la violenza degli anni passati, soprattutto quella dei gruppi di estrema destra durante la sua giovinezza al liceo romano Giulio Cesare.
Se le critiche più feroci alla Di Cesare sono giunte dal centrodestra, con il vicepremier e ministro Matteo Salvini che ha commentato: “Vergogna. Un inaccettabile insulto alle vittime del terrorismo rosso”, non sono mancate le critiche anche da parte dell’opposizione. Il senatore del Partito Democratico Dario Parrini ha definito le sue parole “irresponsabili e sconsiderate”, mentre il dem Francesco Verducci le ha giudicate “inquietanti”. Anche Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato, ha richiesto provvedimenti da parte dell’università La Sapienza, definendo la situazione “spaventosa”.
La rettrice dell’università, Antonella Polimeni, ha espresso anch’essa “sconcerto” per quanto dichiarato sui social media dalla professoressa Di Cesare, confermando la “ferma condanna di ogni forma di violenza” e prendendo le distanze “da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratici espressi dalla Costituzione”.
Anche se il post incriminato è stato rimosso rapidamente, la docente ha espresso preoccupazione per possibili fraintendimenti, che purtroppo si sono verificati, e nel frattempo, su internet, la rabbia e l’indignazione continuano a crescere. Fonte
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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