Attualità
Rateizzazione fino a 10 anni: come funziona e chi può ottenerla. Il piano taglia-arretrati.

Un nuovo tassello della riforma fiscale targata Meloni è stato introdotto a sorpresa in consiglio dei ministri, prendendo in considerazione un pezzo fondamentale che riguarda il sistema di riscossione delle cartelle esattoriali. Con un debito totale di 1.206 miliardi di euro non incassati dallo Stato, la capacità di riscuotere dell’Agenzia delle Entrate si trova compromessa. Il provvedimento firmato dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo promette di alleggerire il Fisco da questi vecchi crediti e di rendere più veloce la riscossione, agevolando i contribuenti nel pagamento dei propri arretrati.
Le cartelle esattoriali emesse a partire dal primo gennaio dell’anno successivo potranno essere pagate a rate, con una dilazione che può estendersi fino a 10 anni. Ci saranno delle distinzioni a seconda che il debito con lo Stato sia inferiore o superiore a 120 mila euro, con la possibilità di rateizzazioni fino a 84 o 120 rate mensili. Sarà necessario documentare la propria difficoltà a pagare per ottenere una dilazione fino a 10 anni. Inoltre, si aprirà la possibilità di mini compensazioni tra cartelle con il Fisco e rimborsi di imposta, con una somma massima di 500 euro compensabile.
Un’attenzione particolare riguarderà il “magazzino” delle cartelle, che contiene cifre di tasse e sanzioni arretrate non incassate, di cui solo 100 miliardi sono considerati ancora incassabili. Una commissione sarà costituita per proporre soluzioni per incassare o cancellare le vecchie cartelle entro determinati tempi, evitando l’accumulo di miliardi di cartelle non riscosse nel futuro.
In definitiva, la riforma fiscale porta con sé importanti cambiamenti nel sistema di riscossione delle cartelle esattoriali, con l’obiettivo di semplificare le procedure e agevolare i contribuenti, riducendo nel contempo il carico di vecchi debiti sul Fisco.
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Attualità
Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!
Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.
La sequenza degli eventi
Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.Le implicazioni per la sicurezza
Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?
Attualità
Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.
I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.
Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.
Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.
Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.
Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.
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