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Viaggia senza biglietto a Roma: pugna e scaraventa controllore fuori bus
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Un controllore Atac ha chiesto il biglietto a due passeggeri a bordo di un bus, ma la reazione è stata violenta: spinte e pugni che hanno portato all’addetto fuori dal mezzo, fortunatamente fermo in quel momento.
Il fatto è avvenuto a Roma, nel quartiere Ardeatino, in via Attilio Ambrosini, a bordo di un bus della linea 769. I due passeggeri sono stati arrestati dagli agenti della polizia del commissariato Tor Carbone di Roma. I controllori salgono a bordo del bus alla fermata Giustiniano-Villa Lucina e chiedono i biglietti ai passeggeri, ma si imbattono in una coppia che non ha il biglietto. Mentre la donna accetta di prendere la multa e mostra il passaporto, l’uomo inizia a protestare e a offendere il controllore. La situazione si scalda e l’autista decide di fermare il mezzo in via Attilio Ambrosini, dove i due passeggeri vengono arrestati.
Il passeggero, un 37enne, ha iniziato a prendere a pugni il controllore, che è stato poi spinto fuori dal bus. La coppia è stata arrestata, non senza difficoltà, e dovrà rispondere alle accuse di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il dipendente dell’Atac ha riportato un trauma cranico lieve, un sopracciglio rotto e lesioni alla spalla a causa della caduta dal bus. I medici del pronto soccorso gli hanno prescritto dieci giorni di riposo.
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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.
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Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl
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Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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