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Carabinieri scoprono e arrestano individui che incendiano cocaina rischiando intossicazione

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Carabinieri scoprono e arrestano individui che incendiano cocaina rischiando intossicazione

Arresto di 4 persone sorprese con droga

I carabinieri hanno arrestato e messo in prigione 4 individui trovati in possesso di droga. Una volta scoperti, questi hanno cercato di distruggere le prove bruciando centinaia di bustine contenenti cocaina. Tuttavia, i militari sono intervenuti tempestivamente spegnendo le fiamme.

Incendio nell’area di smercio

Il tentativo di eliminare prove mediante la combustione della cocaina ha avuto luogo in un’area di campagna nel Comune di Monte Compatri, in provincia di Roma. Un’azione estremamente rischiosa che avrebbe potuto portare all’intossicazione dei partecipanti. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati sono intervenuti, arrestando quattro persone, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, fortemente sospettate di produzione, fabbricazione e detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio e danneggiamento attraverso l’incendio.

Antecedenti dei colpevoli

Già noti alle forze dell’ordine per precedenti reati, tre degli individui provengono dal quartiere Tor Bella Monaca e uno è originario di Monte Compatri. Durante l’operazione i militari hanno sequestrato circa un chilo di cocaina. I quattro arrestati sono stati successivamente trasferiti nel carcere di Velletri, rimanendo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Bruciata cocaina pronta per lo spaccio

L’arresto ha avuto luogo dopo un’operazione di osservazione e seguimento, nel corso della quale i militari hanno individuato un insolito vivaio all’interno di un edificio rurale. Sospettando qualcosa, hanno deciso di procedere con un controllo interno della struttura. All’interno, hanno trovato i quattro individui che, al loro ingresso, hanno appiccato un incendio nel locale munito di porta blindata. I carabinieri hanno prontamente spento le fiamme, evitando conseguenze gravi. Le fiamme stavano consumando centinaia di bustine di cocaina, già confezionate e pronte per la vendita sul mercato illegale romano.

Sequestrato un chilo di cocaina

I carabinieri hanno recuperato e sequestrato circa un chilo di cocaina totale, insieme a una gran quantità di materiale destinato al confezionamento e cessione della droga. Nell’area sono stati trovati centinaia di ritagli di plastica pronti per l’imballaggio delle singole dosi, centinaia di sacchetti ermetici, decine di accendini, circa un chilo e mezzo di sostanza da taglio e bilance di precisione. Il gruppo di polizia cinofila municipale di Ciampino ha anche scoperto un blocco di cocaina da 180 grammi, nascosto nel bagno e non ancora suddiviso in dosi.

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca

A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.

Situazione Igienica Allarmante

Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.

Reazione dei Cittadini

I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.

Intervento delle Autorità

Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione

Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.

L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.

La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.

La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.

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