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Cucina

Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni

Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni

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Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni

Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni

Oggi si celebra il Carbonara Day, un’occasione speciale per festeggiare uno dei piatti più iconici della cucina romana, conosciuto e amato in tutto il mondo. Questa festa è nata dall’idea dei pastai dell’Unione Italiana di condurre un sondaggio per scoprire gli ingredienti preferiti dagli italiani per la pasta, e ha rivelato che uovo, pecorino romano, guanciale e pepe sono i protagonisti indiscussi della carbonara. Da allora, ogni anno a partire dal 2017, l’#CarbonaraDay si è trasformato in un evento sociale che coinvolge appassionati e turisti, spingendoli a condividere sui social network foto e dettagli dei loro piatti di carbonara preferiti.

Secondo quanto riportato da Fanpage.it, nella capitale il costo medio di una porzione di carbonara si attesta intorno ai 9 euro. Un prezzo che, nonostante possa variare, non scoraggia i numerosi estimatori di questo piatto delizioso e sostanzioso.

La ricetta originale della carbonara ha compiuto nel 2024 ben 70 anni. È stata pubblicata per la prima volta in Italia nel 1954 sul periodico “La Cucina Italiana”. Originariamente, la preparazione differiva leggermente da quella che conosciamo oggi: oltre agli ingredienti base come uova, pecorino, pepe e guanciale, le prime versioni prevedevano anche l’uso di aglio, formaggio gruviera e pancetta al posto del guanciale.

Da allora, la carbonara ha subito numerose interpretazioni e adattamenti in tutto il mondo. Secondo il New York Times, ci sarebbero addirittura ben 400 varianti di questo piatto iconico. Ogni cultura ha apportato le proprie modifiche, conservando l’essenza del piatto ma arricchendolo con ingredienti e sapori locali.

Il Carbonara Day non è solo un’occasione per gustare questo piatto delizioso, ma anche per celebrare la sua storia e la sua evoluzione nel corso degli anni. È un’opportunità per unirsi in festa e condividere la passione per una delle pietanze italiane più amate al mondo.

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Chef Ruffi apre un ristorante a Milano: menù con piatti precotti e surgelati.

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Chef Ruffi apre un ristorante a Milano: menù con piatti precotti e surgelati.

Chef Ruffi sta pianificando l’apertura di un ristorante a Milano. Nonostante sia conosciuto per l’utilizzo di panna, dadi, prodotti surgelati e precotti nei suoi piatti, al punto da essere considerato da molti come “il peggior cuoco italiano al mondo”, vanta quasi 500mila follower sui social media. Il suo vero nome e le fattezze del suo volto restano un mistero, dato che sceglie di apparire sempre mascherato.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ruffi svela di insegnare in modo inusuale tecniche culinarie, ricette e ingredienti poco conosciuti, nonostante siano consumati quotidianamente come il glutammato, ingrediente base del dado. Definendosi “lo chef più famoso d’Italia”, sostiene che nessuno al di fuori del Paese possa essere chiamato chef. Inoltre, afferma di aver perfezionato le sue abilità culinarie viaggiando intorno al mondo e, in particolare in Cina, presso un maestro dal quale ha appreso l’arte della cucina cinese.

Diverse recensioni indicano il miglior ristorante d’Italia a Milano, specializzato in risotti. Ruffi rivela di viaggiare spesso tra l’Arabia Saudita, Dubai, l’Asia e l’Inghilterra. Dichiarando di essere finanziato da uno sceicco, lo definisce un amico e un collega piuttosto che un mero investitore. Nonostante riceva numerose critiche, non sembra preoccupato: “Gli haters sono inevitabili quando si è famosi e bravi, ma spesso sono proprio questi ultimi a voler fare una foto con me. Li adoro”.

La sua scelta di apparire sempre con maschera ha suscitato curiosità. Ruffi spiega non sentirsi ancora pronto per essere riconosciuto ovunque, ma assicura che presto si svelerà.

Sostiene con convinzione che i suoi piatti vadano prima provati e poi giudicati, mettendo in discussione anche le tecniche culinarie tradizionali: “Chi ha stabilito che si fa così e non diversamente?”. Nel prossimo anno prevede di aprire un ristorante a Milano, che sarà seguito da altre aperture. Di questo nuovo progetto rivelato, dice: “I lavori sono già iniziati. Sarà un luogo dove faremo cucina italiana, pizze e piatti cinesi, con musica e spettacoli dal vivo”.

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Lo sapevate che Champagne è nome esclusivo dei prodotti nell’omonima regione francese? La vicenda

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Lo sapevate che Champagne è nome esclusivo dei prodotti nell’omonima regione francese? La vicenda

Dopo il nostro articolo sulla nuova bevanda che vorrebbe, ma non lo è, assomigliare il più possibile allo Champagne, alla nostra redazione è arrivata la lettera del  Comité Champagne, l’organismo semi-pubblico incaricato di proteggere la denominazione di origine controllata Champagne.

“Ho letto con attenzione l’articolo pubblicato oggi con il titolo “Mazzalùa, lo ‘champagne’ analcolico fatto con l’aceto presto in vendita” e desidero esprimere alcune preoccupazioni in merito all’utilizzo improprio del termine “Champagne”. Lo Champagne è una denominazione riservata esclusivamente ai vini prodotti nella regione omonima, la Champagne. Tale designazione è il risultato di una storia lunga tre secoli e del lavoro instancabile di generazioni di produttori locali, i Champenois, che hanno dedicato il loro impegno a far riconoscere in tutto il mondo l’unicità dei loro vini e del metodo di produzione.”

“Il nostro motto, “Il n’est Champagne que de la Champagne” (È Champagne solo quello che proviene dalla Champagne), sottolinea chiaramente questo principio fondamentale. Questo impegno ha contribuito a far sì che il nome Champagne goda di una protezione legale estesa attraverso normative nazionali e internazionali, tra cui la norma (CE) n. 1308/2013 del 17 dicembre 2013 sull’organizzazione comunitaria del mercato del vino. Pertanto, ci rivolgiamo a voi con la richiesta di rettificare l’articolo e di porre maggiore attenzione all’utilizzo corretto della denominazione “Champagne”, evitando termini fuorvianti che possano compromettere l’integrità e la reputazione di questa prestigiosa denominazione di origine controllata”.

“Ringraziamo per l’attenzione e la comprensione e ci auguriamo che la vostra redazione continui a rispettare le regole e le normative che tutelano i prodotti di eccellenza come lo Champagne. Distinti saluti”.

E voi lo sapevate, noi no e siamo felicissimi di aver acquisito, attraverso questa cordiale lettera ricevuta, proprio dal Comitè Champagne una competenza in più e una consapevolezza maggiore quando dovremo brindare con una bella bottiglia di Champagne.

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