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Protesta dei bagnini a Terracina per giusta retribuzione

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Protesta dei bagnini a Terracina per giusta retribuzione

Il fondamentale ruolo dei bagnini a Terracina

La stagione turistica non è ancora cominciata ufficialmente, non ci sono ancora le loro postazioni, eppure lungo tutto il lungomare di Terracina e in tutta la regione laziale, gli assistenti ai bagnanti svolgono già un ruolo riconosciuto come fondamentale.

Discrepanze nell’applicazione dei diritti del lavoro

Tuttavia, l’importanza del ruolo dei bagnini non basta sempre nell’assicurare il pieno rispetto dei loro diritti. Rimangono ancora risvolti derivanti dalle controversie delle ultime stagioni relative ai diritti degli assistenti ai bagnanti; alcuni di loro sono stati recentemente convocati dagli ispettori del lavoro all’Inps. Pur dovendo, in linea teorica, ricevere un salario mensile di circa 1050 euro, spesso si ritrovano ad accettare retribuzioni di 800 o anche 700 euro, specialmente i meno esperti.

Situazione critica per la retribuzione dei bagnini

Secondo quanto viene riferito, gli stabilimenti balneari pagano quanto previsto dalle norme, ma una parte del salario si perde nel passaggio con i soggetti che reclutano il personale. Si tratta di una situazione ricorrente che mette a dura prova la dignità del lavoro.

La paradosso del settore turistico balneare

Questa condizione riguarda centinaia di persone su tutto il litorale che lavorano nell’industria turistica, un settore che nel Lazio coinvolge più di 50mila aziende, quasi 5mila delle quali nella sola provincia di Latina. Nel frattempo, il turismo balneare rimane un settore fiorente, con spiagge già piene di turisti in questi giorni di festività e ponti.

Intervista a Gianfranco Cartisano, segretario Uiltucs Latina

Nel servizio di Filippo Pala è stata rilasciata un’intervista a Gianfranco Cartisano, segretario di Uiltucs Latina, riguardante la situazione attuale.

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Caos sull’A1: Cinque autisti distratti provocano tamponamento e otto chilometri di coda verso Roma

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Caos sull’A1: Cinque autisti distratti provocano tamponamento e otto chilometri di coda verso Roma

Hai idea di cosa è successo sull’autostrada A1, dove un tamponamento tra cinque auto ha creato un caos totale con code da brividi di otto chilometri verso Roma? #IncidenteA1

Immagina di essere bloccato in autostrada, con il sole che picchia e il traffico che non si muove: è proprio ciò che è accaduto in un incidente che ha catturato l’attenzione di migliaia di automobilisti. Un tamponamento improvviso ha coinvolto ben cinque veicoli, trasformando una normale giornata di viaggio in un incubo su ruote. Gli esperti parlano di distrazioni al volante o condizioni meteo imprevedibili, ma i dettagli esatti stanno emergendo solo ora, lasciando tutti con il fiato sospeso.

Il momento del caos

Le prime segnalazioni parlano di un impatto a catena che ha letteralmente bloccato l’A1, con auto che si sono accumulate in un ingorgo mostruoso. Testimoni oculari hanno descritto scene di panico e sirene che echeggiavano, mentre i soccorsi si affrettavano sul posto per gestire l’emergenza.

Conseguenze e curiosità

Con code che si estendevano per otto chilometri in direzione Roma, molti conducenti si sono trovati intrappolati per ore, alimentando speculazioni online su cosa potrebbe aver innescato tutto questo. Gli inquirenti stanno indagando per scoprire i retroscena, e tu non vorrai perderti gli aggiornamenti su come questa storia si evolverà!

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La crisi della Chiesa che nessuno ha il coraggio di dire. I numeri parlano chiaro

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La crisi della Chiesa che nessuno ha il coraggio di dire. I numeri parlano chiaro

Ieri a Roma c’è stato il funerale di Papa Francesco.

Tanti i capi di stato e le famiglie reali che hanno partecipato a San Pietro per le esequie di Papa Bergoglio, rappresentante della religione più importante del mondo.

Ma i numeri parlano chiaro: infatti, nonostante la folla numerosa, bisogna evidenziare come la chiesa romana abbia delle grandi problematiche al suo interno: dalla crisi delle vocazioni, alla diminuzione dei fedeli che, anno dopo anno, diventano sempre di meno.

La crisi delle fede cristiana in Europa

In Europa la religione cristiana è in netto calo. Le migrazioni di cittadini da paesi non cristiani, che spesso sono di religione musulmana, sta cambiando la mappa dei fedeli nel vecchio continente.

Anno dopo anno, vuoi anche il calo demografico, i musulmani in Italia aumentano. Giusto per chiarare attraverso i dati, rispetto ai funerali di Giovanni Paolo II nel 2005 – dove accorsero 3 milioni di persone – ieri per papa Bergoglio ce n’erano dieci volte di meno, ovvero 250.000.

La chiesa è in difficoltà e di questo bisogna prenderne atto. Non si può far finta di nulla.

Il compito del nuovo pontefice sarà soprattutto quello di lavorare sodo per riportare una guida spirituale a Roma e in Europa, dove il numero di fedeli cristiani è in netto calo rispetto ai musulmani, che oltre a essere più partecipi sono sempre di più di più.

Non è un discorso politico e nemmeno di parte, ma solo constatare come il mondo cambia e con esso anche il credo religioso delle nostre città. Evidenziare come il cristianesimo in Europa e nel mondo stia diventando sempre meno influente è un atto dovuto, che deve far riflettere soprattutto per dei ragionamenti a lungo termine.

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