Cronaca
Ztl Roma, aprivano lo sportello del furgone per eludere i controlli. Pizzicati dai Vigili

Ztl Roma – I conducenti di auto e furgoni che procedono contromano o che cercano di ingannare le telecamere delle ZTL con escamotage stanno diventando sempre più audaci a Roma. La Polizia Locale di Roma Capitale, in collaborazione con il Reparto motociclista del I Gruppo Centro Storico, ha intensificato i controlli presso gli accessi delle ZTL, concentrandosi sui varchi più frequentemente violati.
In pochi giorni, sono stati rilevati più di 60 illeciti, con sanzioni severe per gli automobilisti sorpresi contromano. Ogni trasgressore è stato multato con una sanzione di 327 euro e la sospensione della patente da 1 a 3 mesi, oltre alla decurtazione di 10 punti sulla patente. Inoltre, è stata applicata la sanzione prevista per l’accesso non autorizzato nella ZTL a Roma, pari a 83 euro.
I modi in cui vengono commessi gli illeciti sono vari, tra cui l’apertura dello sportello dei furgoni per nascondere la targa o l’accesso in retromarcia o contromano per evitare di essere ripresi dalle telecamere. Un automobilista, abituato a infrangere le regole, è stato fermato nonostante avesse a bordo una persona diversamente abile e un permesso per entrare nel varco, dimostrando una volta di più l’indifferenza verso le normative. Un’altra situazione simile è stata riscontrata con un conducente di un veicolo elettrico, che ignorava le regole per l’accesso regolare alla ZTL per quel tipo di veicolo.
I controlli continueranno nei prossimi giorni, con l’obiettivo di contrastare efficacemente le violazioni e garantire il rispetto delle normative sul traffico urbano.
Cronaca
Ilaria Sula, tutte le bugie e le contraddizioni di Mark Samson durante l’interrogatorio

Il ventitreenne Mark Samson ha confessato di aver ucciso Ilaria Sula e di aver nascosto il corpo in una valigia, ma la sua fredda e poco convincente versione dei fatti non è credibile. La madre del ragazzo è indagata per averlo aiutato a pulire. #MarkSamson #IlariaSula #Femminicidio
Il racconto di Mark Samson
“Ho controllato se Ilaria fosse viva, ma era morta, per terra. Le ho messo un sacco sulla testa fino al bacino, poi sono rimasto lì, immobilizzato e traumatizzato per quello che avevo fatto. Mi sentivo vuoto. Allora ho deciso di nasconderla dentro una valigia che ho trovato nella camera dei miei. Dopo, l’ho messa fuori dalla mia camera, dopo averla avvolta in altri due sacchi: uno sulla testa della valigia e l’altro sui piedi.”
È freddo, lucido e poco convincente il racconto che Mark Samson consegna al gip.
Il delitto di Ilaria Sula
Spiega ogni passaggio di ciò che, a suo dire, è accaduto alle 11 della mattina del 26 marzo scorso, quando il ventitreenne ha ucciso Ilaria Sula, per poi gettare il corpo della studentessa in un dirupo alle porte di Roma. "Le ho dato due coltellate da dietro, con il coltello che avevamo utilizzato per tagliare la mortadella. Ilaria non si è accorta di nulla, ha gridato poco", ha spiegato il ragazzo in occasione dell’interrogatorio. “È morta subito”, sostiene. L’indagato ha confessato tutto, o quasi. Ma la sua versione non convince i magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.
Le ferite trovate sulle braccia di Ilaria raccontano una verità diversa: la ventiduenne avrebbe cercato di difendersi. E sarà solo l’esito definitivo dell’autopsia a chiarire con precisione quando è stato commesso il femminicidio. Gli investigatori della squadra mobile, infatti, dubitano che l’omicidio sia avvenuto la mattina del 26 marzo.
La complicità della madre
Perché, anche se la madre del ragazzo lo ha aiutato a pulire (e per questo motivo è indagata per concorso in occultamento di cadavere), qualcosa nella ricostruzione temporale non torna. Analizzando il cellulare della vittima, che Mark avrebbe portato via con sé, il dispositivo abbandona l’abitazione di via Homs alle 10:36 del 26 marzo.
Prima, dunque, avrebbe preparato la colazione, per poi portarla in camera, discutere con la vittima, leggere i messaggi sul suo cellulare “per sei o sette minuti”, accoltellarla. E ancora, avrebbe nascosto il corpo in un trolley e lo avrebbe caricato in macchina senza che nessuno lo notasse, in un caotico martedì mattina a Roma. Un arco di tempo breve, nel quale avrebbe compiuto molte azioni complesse. Un’impresa difficile. Per questo la versione di Mark è al vaglio degli investigatori.
Cronaca
Sapienza, occupato il tetto di Villa Mirafiori. No ai tagli, vogliamo la magistrale

Gli universitari della Sapienza hanno occupato il tetto di Villa Mirafiori per protestare contro i tagli ai corsi di laurea magistrale. "Non ci tagliate il futuro. Vogliamo la magistrale" recita lo striscione. La colpa? Fondi Pnrr sprecati e politica di austerity. #Sapienza #Protesta #Università
Gli Studenti Scalano i Tetti
Gli universitari della Sapienza occupano il tetto della sede di Villa Mirafiori. «Non ci tagliate il futuro. Vogliamo la magistrale», si legge sullo striscione che scende giù dalla facoltà di Filosofia del primo ateneo romano, che si trova nell’edificio al Nomentano.
Il motivo? «Qui da settimane – spiegano gli universitari di Cambiare Rotta – gli studenti si organizzano e sono scesi in piazza nel grande sciopero del 4 aprile, contro i tagli in corso all’università e il futuro di precarietà che ci viene riservato.
In particolare le lauree magistrali dei corsi di Filosofia e intelligenza artificiale e di Scienze matematiche per l’intelligenza rischiano di non essere avviate, lasciando gli studenti che hanno frequentato tre anni di triennale senza una prospettiva per il futuro».
Fondi Sprechi e Tagli all’Università
Ma qual è la ragione? «È per colpa dell’esaurimento dei fondi Pnrr, finiti in sprechi e regali a università, aziende e studentati privati, e usati per finanziare corsi che ora saranno interrotti senza soluzioni per chi ha scelto di frequentarli. Ma è anche a causa di una politica di tagli all’università che abbiamo contestato alla Ministra Bernini, e che la rettrice Sapienza Antonella Polimeni si appresta ad eseguire alla Sapienza».
Gli studenti non si fermano qui. Chiedono un incontro alla rettrice Polimeni per dopodomani, 16 aprile, perché «I soldi ci sono – aggiungono quelli di Cambiare Rotta – vengono spesi in progetti come il Technopole, progetti in collaborazione con le industrie militari; vengono spesi, in tutta l’Unione Europea, per il riarmo invece che per la formazione e per il nostro futuro! Mercoledì saremo al rettorato per contestare la responsabilità della rettrice, a cui abbiamo già inviato una lettera per chiedere un incontro immediato».
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