Attualità
Corruzione: dirigente soddisfa richieste illecite con mozzarelle, olio e vino, intercettazioni confermano

Sospeso dirigente Regione Lazio per corruzione
Un dirigente della Regione Lazio è stato sospeso con l’accusa di corruzione. Nell’ambito delle indagini, sono coinvolti un totale di 10 persone tra imprenditori e funzionari.
Indagine sul dirigente regionale per corruzione
Il dirigente della Regione Lazio è stato accusato di corruzione per aver favorito diversi imprenditori agricoli e funzionari in cambio di mozzarelle, olio, carburante e posti di lavoro per i figli, al fine di risolvere problemi burocratici.Contestati sei episodi di corruzione
Sono stati contestati sei episodi di corruzione, legati all’ottenimento di fondi europei e alla rapida erogazione di pratiche per aziende agricole nel corso della pandemia da Covid-19. Complessivamente, sono state denunciate dieci persone per reati di corruzione tra dirigenti regionali e imprenditori.
Mozzarelle, olio, vino e assunzioni in cambio di favori
Il dirigente della Regione Lazio avrebbe agevolato imprenditori in cambio di favori quali forniture di mozzarelle, olio, vino, carburante e anche l’assunzione dei figli. Alcuni casi specifici includono il ricevimento di forniture di mozzarella, vino, buoni carburante e altre agevolazioni in cambio di informazioni e favori.
Interrogatori e pressioni su pratiche burocratiche
Le intercettazioni riportano conversazioni tra il dirigente e gli imprenditori dove si discute di favori ricevuti in cambio di forniture e assistenza. Inoltre, si parla delle pressioni degli imprenditori sui dipendenti dell’ufficio per ottenere assistenza prioritaria.
Sospensione del dirigente e motivazioni del gip
Il gip di Cassino ha deciso di sospendere il dirigente per un anno dalle sue funzioni per corruzione e lo ha escluso dagli uffici pubblici. Le motivazioni sottolineano il comportamento sistematico del dirigente nell’accettare favori e favorire gli imprenditori in modo illegale.Fonte
Attualità
Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!
Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.
La sequenza degli eventi
Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.Le implicazioni per la sicurezza
Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?
Attualità
Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.
I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.
Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.
Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.
Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.
Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.
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Ho trame in mente. Produttori, non fate i pigri.