Attualità
Governatore del Lazio penultimo nella classifica presidenti di Regione più amati.

La classifica di gradimento dei presidenti di Regione
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, è penultimo nella classifica di gradimento dei presidenti di Regione elaborata da Swg. All’ultimo posto c’è il governatore siciliano Renato Schifani.
I primi posti della classifica
Dietro Francesco Rocca c’è soltanto il governatore della Sicilia, Renato Schifani. Il presidente della Regione Lazio è penultimo nella classifica di gradimento dei presidenti di Regione elaborata da Swg. Al primo posto c’è il governatore del Veneto Luca Zaia, gradito dal 70 per cento degli intervistati. Seguono Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, 64 per cento, e Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna, 62 per cento. Sul podio i sono quindi due esponenti della Lega, ai primi due posti, e sul terzo gradino il presidente del Partito Democratico.
Altri presidenti di Regione nella classifica
Al quarto posto c’è un altro esponente dem, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, guadagnando sette punti percentuali rispetto al 2023 e arrivando al 56 per cento. Al quinto posto c’è il governatore calabrese Occhiuto. Seguono Cirio (Piemonte), Bardi (Basilicata), Giani (Toscana), Emiliano (Puglia), Fontana (Lombardia), Acquaroli (Marche), Toti (Liguria), Marsilio (Abruzzo), Tesei (Umbria).
Dettagli sul sondaggio
Il sondaggio è stato condotto su un campione di 11.589 maggiorenni residenti in Italia e intervistati nel periodo compreso tra il 21 febbraio e il 26 aprile.
Francesco Rocca e Renato Schifani in fondo alla classifica
Come detto, all’ultimo posto c’è Renato Schifani, governatore della Sicilia, che ha ottenuto un gradimento del 27 per cento. Al penultimo posto della classifica c’è il presidente del Lazio Francesco Rocca con il 29 per cento, un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno. Nel 2023, infatti, Rocca aveva ottenuto il 30 per cento, ma occorre sottolineare che era stato eletto neanche due mesi prima.
“Rocca è penultimo nella classifica dei governatori d’Italia. Come avevamo anticipato in Consiglio siamo fermi e i risultati non ci sono. A distanza di un anno i cittadini hanno già capito che questa esperienza regionale è fallimentare”, il commento del segretario del Partito democratico del Lazio, Daniele Leodori.
Attualità
La crisi della Chiesa che nessuno ha il coraggio di dire. I numeri parlano chiaro

Ieri a Roma c’è stato il funerale di Papa Francesco.
Tanti i capi di stato e le famiglie reali che hanno partecipato a San Pietro per le esequie di Papa Bergoglio, rappresentante della religione più importante del mondo.
Ma i numeri parlano chiaro: infatti, nonostante la folla numerosa, bisogna evidenziare come la chiesa romana abbia delle grandi problematiche al suo interno: dalla crisi delle vocazioni, alla diminuzione dei fedeli che, anno dopo anno, diventano sempre di meno.
La crisi delle fede cristiana in Europa
In Europa la religione cristiana è in netto calo. Le migrazioni di cittadini da paesi non cristiani, che spesso sono di religione musulmana, sta cambiando la mappa dei fedeli nel vecchio continente.
Anno dopo anno, vuoi anche il calo demografico, i musulmani in Italia aumentano. Giusto per chiarare attraverso i dati, rispetto ai funerali di Giovanni Paolo II nel 2005 – dove accorsero 3 milioni di persone – ieri per papa Bergoglio ce n’erano dieci volte di meno, ovvero 250.000.
La chiesa è in difficoltà e di questo bisogna prenderne atto. Non si può far finta di nulla.
Il compito del nuovo pontefice sarà soprattutto quello di lavorare sodo per riportare una guida spirituale a Roma e in Europa, dove il numero di fedeli cristiani è in netto calo rispetto ai musulmani, che oltre a essere più partecipi sono sempre di più di più.
Non è un discorso politico e nemmeno di parte, ma solo constatare come il mondo cambia e con esso anche il credo religioso delle nostre città. Evidenziare come il cristianesimo in Europa e nel mondo stia diventando sempre meno influente è un atto dovuto, che deve far riflettere soprattutto per dei ragionamenti a lungo termine.
Attualità
Attivisti di Extinction Rebellion invadono il Colosseo citando le parole del Papa per la loro protesta eco-radicale

ClimaInRibellione: Attivisti di Extinction Rebellion hanno invaso il Colosseo di Roma con un messaggio shockante ispirato a Papa Francesco, e potresti non credere a cosa è successo dopo!
In una mossa audace che ha catturato l’attenzione di tutti, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno occupato il Colosseo, uno dei simboli più iconici di Roma, per diffondere un appello urgente contro il cambiamento climatico. Utilizzando le parole del Pontefice per amplificare il loro messaggio, questa protesta ha trasformato un sito storico in un palcoscenico globale di sensibilizzazione, lasciando i passanti a chiedersi: quanto è vicina la crisi ambientale alla nostra porta?
L’occupazione che ha fatto scalpore
Gli attivisti hanno strategicamente scelto il Colosseo per la sua visibilità mondiale, esibendo striscioni e slogan che riecheggiano le parole di Papa Francesco sul rispetto per il pianeta. “Laudato si'”, il celebre documento papale, è stato al centro della loro azione, ricordando a tutti che il tempo stringe per agire contro il riscaldamento globale. Testimoni oculari hanno descritto scene di tensione e ammirazione, con la folla che si è radunata per osservare l’evento in diretta.Reazioni e impatti immediati
Le autorità locali e i responsabili del sito hanno risposto rapidamente, ma l’eco della protesta si è diffusa sui social media, generando dibattiti accesi. Con migliaia di condivisioni e commenti, questa iniziativa ha sollevato domande sul futuro delle manifestazioni ambientali: è solo l’inizio di una serie di azioni più audaci? Mentre il mondo osserva, l’impatto di questa occupazione potrebbe ispirare altri a unirsi alla causa, rivelando quanto il clima sia diventato un tema irrinunciabile.
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