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Non mi hanno immediatamente comunicato la morte

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Non mi hanno immediatamente comunicato la morte

La speranza dopo l’aggressione

Non ci hanno detto subito che era stato aggredito dai cani. Forse volevano darci speranza” – così comincia la mamma di Paolo Pasqualini, il 39enne ucciso da tre rottweiler.

Sua madre e sorella hanno descritto i momenti successivi alla scioccante scoperta: “Hanno provato a darci delle speranze, ci hanno detto che aveva avuto un incidente. Non che fosse stato aggredito dai cani – Non ci hanno detto subito che era morto, siamo rimasti con l’ansia fino alle quattro del pomeriggio senza sapere niente”, ha detto la madre, forse cercando di preparare la famiglia al peggio.

La scoperta della tragedia

“Io l’ho capito subito che era grave, hanno iniziato a farci troppe telefonate. Da Roma, dove stavamo noi, siamo tornati a Manziana, sul luogo dell’incidente. Poi abbiamo scoperto che era già uscita la notizia della morte su internet”, ha aggiunto la sorella, Priscilla.

Raccontando del giorno della tragedia, la mamma e la sorella di Paolo Pasqualini, ospiti a Cinque Minuti di Bruno Vespa, hanno condiviso come è stato vivere quel giorno drammatico: “Non capivo questa apprensione, così da Roma siamo andati a Manziana”, ha aggiunto la sorella.

Ultimi momenti con Paolo

Dopo aver appreso dell’orrenda morte di Paolo, hanno deciso di vederlo un’ultima volta: “Ci hanno fatto vedere soltanto una parte del viso – È stato terribile, ma sono stata contenta di aver trovato il coraggio di farlo. Perché poi non sarebbe più stato possibile”, ha detto la madre. Con lei, anche la sorella di Paolo: “Non potevamo toccarlo. Siamo tornate indietro più volte a vederlo. Non sembrava più lui. E io forse non lo volevo accettare”.

La lotta per la giustizia

Recentemente, hanno nominato un nuovo legale, Celestino Gnazi, lo stesso avvocato che ha rappresentato la famiglia di Marco Vannini. Secondo l’avvocato, l’aggressione potrebbe essere considerata un caso di omicidio volontario.

“Paolo stava camminando. Ma è morto in un punto tranquillo, in mezzo ai prati in cui la domenica si ritrovano i boy scout – Non c’era neanche un recinto. Non è stato fatto niente per evitarlo.”, ha detto Priscilla. La madre ha ricordato Paolo come una persona generosa e solare: “Avrebbe potuto fare molte cose belle e avere tante soddisfazioni”.

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