Attualità
Ospitava persone in casa durante i domiciliari.
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Arresto dell’ex professore Alessandro Frateschi
L’ex professore Alessandro Frateschi finisce in carcere. Riceveva visite mentre era ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale su minori.
Aggravamento della misura cautelare
Finisce in carcere Alessandro Frateschi, l’ex professore di religione arrestato con l’accusa di pedofilia dopo le denunce di alcuni suoi studenti. L’uomo continuava a ricevere visite in casa a Terracina nonostante fosse sottoposto ai domiciliari con il divieto di contatti esterni. Il giudice del Tribunale di Latina ha così disposto l’aggravamento della misura cautelare per il cinquantenne. Dopo alcune verifiche effettuate nelle ultime settimane dai carabinieri, Frateschi è stato trasferito in carcere su disposizione della giudice Laura Morselli. L’udienza preliminare del processo per abusi sessuali è in programma per venerdì 24 maggio.
Indagini sulle visite ricevute da Frateschi
Gli investigatori hanno documentato con le telecamere diverse visite, fatte da varie persone, a più riprese, nella casa in cui Frateschi era agli arresti domiciliari da quasi un anno. L’abitazione era un’altra rispetto a quella dove viveva insieme ai figli e a sua moglie, così come era stato indicato dai giudici nel momento in cui è avvenuto l’arresto l’anno scorso.
Complicità di suore e psicologi
Secondo quanto ricostruito fino a questo momento dalle indagini ad essere a conoscenza dei presunti abusi sessuali compiuti dal diacono erano almeno quattro persone, due suore e due psicologi, che avrebbero taciuto su tutto. L’insegnante pare sia stato contattato da una prima religiosa, che non lo ha denunciato. Stessa cosa anche l’altra suora, che frequentava la stessa casa famiglia di Frateschi. L’udienza preliminare è ripresa venerdì 5 aprile con l’audizione davanti al giudice di tre delle cinque vittime delle presunte violenze, in modalità protetta con il supporto di uno psicologo e i minori hanno confermato le accuse nei confronti del loro ex insegnante di cinquant’anni. La prossima udienza è fissata per il 24 maggio.
Testimonianza di abusi e arresto
Una giovane, che abitava in una casa famiglia insieme a suo fratello, ha testimoniato riguardo agli abusi che quest’ultimo avrebbe subito e di aver conosciuto il professore. Il ragazzo ha trascorso le vacanze di Natale in casa dell’insegnante. E in quell’occasione si sarebbero consumate le violenze denunciate dai giovani ai carabinieri. La confidenza era avvenuta con una psicologa, con l’intenzione di rivolgersi alle forze dell’ordine, cosa che non gli è stata permessa. L’adolescente avrebbe poi raccontato lo stesso allo psicologo di un’altra casa famiglia, che si sarebbe poi confrontato con una suora: anche in questi casi non sono partite le denunce. Solo poi con le denunce arrivate dal liceo Majorana, che hanno acceso i riflettori della Procura sulla vicenda, il diacono è stato arrestato.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl
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Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
Attualità
Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”
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Momenti di paura a Monteverde lunedì 17 febbraio 2025, quando una donna di 73 anni è stata aggredita da un cane al guinzaglio. Il figlio della vittima, Emiliano, ha dichiarato a Fanpage.it: “Il padrone è scappato via senza prestare soccorso”.
La dinamica dell’incidente
La donna, di nome Patrizia, stava passeggiando con un’amica in via Fonteiana, all’altezza del civico 111, vicino all’istituto Federico Caffè, quando il cane si è avvicinato e l’ha azzannata alla mano, provocandole una ferita che ha iniziato a sanguinare copiosamente. “Mi ha chiamato l’amica che si trovava con lei per dirmi che mia madre era stata azzannata mentre passeggiavano insieme,” ha raccontato Emiliano. Il padrone del cane, dopo aver assicurato che avrebbe chiamato aiuto, ha abbandonato la scena.
L’intervento dei passanti
La situazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti, incluso un giovane che ha attraversato la strada per soccorrere Patrizia. “La ferita alla mano continuava a perdere davvero molto sangue,” ha affermato Emiliano. Mentre il giovane prestava aiuto, il padrone del cane è fuggito. “Il ragazzo che ha soccorso mia madre mi ha detto che dovrebbe trattarsi di una persona che vive nella zona,” ha aggiunto.
Condizioni di Patrizia e denuncia
Dopo l’incidente, il giovane ha fornito una prima fasciatura e ha chiamato i soccorsi: Patrizia è stata portata in ospedale per ricevere cure. Emiliano ha confermato che “ora mia madre sta meglio,” specificando che non ha subito danni ai tendini o alle ossa, ma potrebbe necessitare di un intervento chirurgico per ricostruire la pelle. È stata presentata denuncia contro ignoti, inclusa quella per omissione di soccorso.
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