Attualità
Donna muore a Ladispoli trascinata dalla corrente contro scogli durante il bagno in mare

La Vittima e l’Incidente
La vittima, una donna di sessantadue anni, è morta nel pomeriggio di oggi a Torre Flavia a Ladispoli. Ferita l’amica che si trovava con lei, trasportata sotto shock all’Aurelia Hospital.
Dinamica dell’Incidente
Una donna è morta nel pomeriggio di oggi mentre stava facendo il bagno in mare a Torre Flavia, a Ladispoli. Si tratta di un’insegnante di sessantadue anni, di cui non è stata resa nota l’identità, trascinata dalla forte corrente sugli scogli, dove ha sbattuto la testa. La donna, che in quel momento si trovava con un’amica e non sapeva nuotare, è morta sul colpo molto probabilmente a causa della ferita al capo. Ferita l’amica che si trovava con lei, insegnate anch’essa, ma non in pericolo di vita.
Intervento delle Forze dell’Ordine
Sul posto sono arrivati gli agenti della Polizia Locale e i Vigili del Fuoco con la squadra 26a Cerveteri. Quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto la donna era già deceduta, il corpo era tra gli scogli. Nelle prossime ore si deciderà se sarà sottoposta ad autopsia o meno, ma non ci sono dubbi che si sia trattato di un incidente, anche se ulteriori accertamenti sono al momento in corso. I primi ad accorrere sono stati gli agenti Silvia Dentini, Simona Antinucci e Diego Galimberti, che hanno sentito le urla di una persona che chiedeva aiuto: hanno attivato subito la macchina dei soccorsi, facendo arrivare sul posto le forze dell’ordine.
Prime Ricostruzioni dei Fatti
Da una prima ricostruzione dei fatti, la 62enne stava facendo il bagno in mare con un’amica. Molto probabilmente non si sono rese conto che la corrente stava cambiando e che nel punto dove si trovavano era molto forte. Quando ha iniziato a trascinarle si sono spaventate: la vittima, non sapendo nuotare, non è riuscita a contrastare in nessun modo la corrente che la stava portando via. D’altra parte, questa era molto forte, e anche per una persona in grado di nuotare sarebbe stato molto complicato resistere a una tale intensità.
Attualità
Urna funeraria abbandonata sulla spiaggia di Ostia con una targhetta che riporta il nome della defunta

Un urna funeraria è stata abbandonata sulla spiaggia Limone di Ostia, attirando l’attenzione dei cittadini. L’oggetto riporta una targhetta in oro con il nome della defunta e le date di nascita e morte. I passanti hanno scattato delle foto e le hanno condivise nel gruppo Facebook “Ostia Informa”.
Misterioso ritrovamento
L’urnadalla forma particolare è stata trovata semi-nascosta nella sabbia, con la parte alta esposta. Già sono emerse varie ipotesi riguardo al motivo della presenza dell’urna sulla spiaggia. Si pensa che i familiari della defunta possano averla portata per un ultimo saluto al mare, ma non è chiaro se contenga ancora le ceneri o se sia stata svuotata.
Le reazioni degli utenti
La pubblicazione ha suscitato numerosi commenti, con utenti sconcertati per la situazione. Alcuni hanno espresso l’opinione che i familiari avrebbero dovuto gestire l’urna in modo più appropriato, piuttosto che lasciarla sulla spiaggia. Un utente ha notato: “Potrebbe e dico ‘potrebbe’ essere stata gettata in mare e poi arrivata a riva”, mentre un altro ha riflettuto sulle circostanze dietro questo gesto, dicendo: “Chissà cosa ha portato il parente a fare un gesto simile…”.
Attualità
Giuseppe Pignatone convocato in commissione per indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: chi è e quali sono i suoi legami

C’è grande attesa per l’audizione di Giuseppe Pignatone, convocato da Don Vergari e dalla vedova di De Pedis, che lo ha definito ‘procuratore nostro’. Questa audizione si inserisce nell’ambito della commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Pignatone, che dieci anni fa ha chiesto e ottenuto l’archiviazione delle indagini sul caso Orlandi per mancanza di prove, risulta al centro delle indagini attuali.
Legami e indagini chiuse
Tra gli indagati all’epoca figuravano esponenti della banda della Magliana e monsignor Pietro Vergari. Le affermazioni di Don Vergari, che ha definito Pignatone ‘procuratore nostro’, sollevano interrogativi sul possibile legame tra i due. Il dottore Pignatone, presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano fino alla fine del 2024, ha avuto una carriera segnata da indagini significative, inclusa Mafia Capitale. È importante sottolineare che, nonostante la mancanza di prove consistenti, le motivazioni per la chiusura delle indagini sul caso Orlandi rimangono oggetto di discussione.
Il ruolo di Sabrina Minardi
La riapertura delle indagini sul caso di Emanuela Orlandi è stata innescata dalle dichiarazioni di Sabrina Minardi nel 2006, partner di Enrico De Pedis. Minardi ha affermato che Emanuela sarebbe stata rapita per ordine di figure religiose e sarebbe stata nascosta prima di essere lasciata ad un prete. Queste rivelazioni hanno portato a nuove inchieste, coinvolgendo diversi indagati.
Le parole di Pietro Orlandi
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha commentato la situazione attuale, sottolineando quanto sia complessa la vicenda legata alla scomparsa della sorella e come le indagini siano state influenzate nel tempo. Il suo coinvolgimento, insieme all’auspicio di maggiore chiarezza, rappresenta il desiderio di giustizia e verità per una storia che dura da decenni. La commissione d’inchiesta ha ascoltato vari testimoni, e l’audizione di Pignatone è vista come un passo cruciale nel riaccendere l’attenzione su un caso irrisolto.
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