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La Via Appia Diventa Patrimonio Mondiale dell’UNESCO

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La Via Appia Diventa Patrimonio Mondiale dell’UNESCO

L’Importanza della Via Appia nel Patrimonio Mondiale

La leggendaria Via Appia è stata ufficialmente inserita nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Questa decisione è stata presa durante la 46esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, tenutasi a Nuova Delhi. Con questa inclusione, la ‘Via Appia. Regina Viarum’ diventa il 60esimo sito italiano a ricevere il prestigioso riconoscimento dall’UNESCO.

Iniziativa del Ministero della Cultura

Questa storica candidatura è stata promossa per la prima volta direttamente dal Ministero della Cultura, che ha curato ogni fase del processo e preparato tutta la documentazione necessaria per la richiesta di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale.

Orgoglio del Ministro della Cultura

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha espresso la sua profonda soddisfazione: “Siamo estremamente orgogliosi del risultato raggiunto. L’UNESCO ha riconosciuto l’inestimabile valore universale di quest’opera ingegneristica, fondamentale per secoli negli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente. Congratulazioni a tutte le istituzioni e comunità che hanno collaborato con il Ministero della Cultura per raggiungere questo prestigioso traguardo. Questo riconoscimento celebra la nostra storia e la nostra identità, promuovendo una valorizzazione che potrebbe generare benefici economici significativi per i territori coinvolti”.

Riflessioni del Sottosegretario alla Cultura

Gianmarco Mazzi, Sottosegretario alla Cultura con delega all’UNESCO, ha aggiunto: “Questo successo è una grande vittoria per il Ministero della Cultura, ma anche per i milioni di italiani che vivono lungo la Via Appia, un simbolo mondiale della nostra storia. Questo risultato si affianca al riconoscimento della lirica italiana raggiunto meno di un anno fa, e sono felice che sia avvenuto durante il mio mandato”.

Lavoro di Squadra per il Successo

Il traguardo raggiunto è il risultato di un impegno collettivo che ha coinvolto numerose istituzioni: quattro regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), tredici città metropolitane e province, settantaquattro comuni, quattordici parchi, venticinque università, insieme a numerosissime rappresentanze delle comunità locali, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.

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