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Santa Marinella, Inseguimento Mortale: Fuga sul Furgone Rubato si Conclude con un Incidente Fatale

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Santa Marinella, Inseguimento Mortale: Fuga sul Furgone Rubato si Conclude con un Incidente Fatale

La Fuga dell’Uomo dai Carabinieri

Un individuo, consapevole di essere sorvegliato dai carabinieri, ha deciso di fuggire. La corsa è terminata tragicamente quando il furgone che stava guidando è finito contro un guardrail, provocando la sua morte sul colpo.

L’Incidente Mortale

L’incidente si è verificato tra i comuni di Santa Marinella e Ladispoli nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio 2024. L’uomo, alla guida di un furgone bianco rubato, ha perso il controllo del veicolo, schiantandosi contro un guard rail. Nonostante l’intervento tempestivo dei soccorsi, le gravi ferite riportate sono state fatali. L’individuo è deceduto durante il trasporto in ospedale.

Il Furgone in Fuga

La chiamata che ha segnalato il furgone sospetto è giunta nelle prime ore della notte. Alcuni residenti di Santa Severa hanno notato il veicolo aggirarsi tra le villette, temendo che i passeggeri potessero essere ladri. I carabinieri di Campo di Mare hanno subito identificato il furgone come rubato e hanno iniziato un inseguimento discreto per non destare sospetti.

Il furgoncino schiantato sul guard rail.

Il furgoncino schiantato sul guard rail.

Inseguimento e Tragico Epilogo

Quando il conducente del furgone si è accorto di essere seguito, ha accelerato per sfuggire ai carabinieri. L’inseguimento è durato circa 20 chilometri, snodandosi dalla via Aurelia fino a strade secondarie. Purtroppo, nel tentativo di prendere una curva, il veicolo è stato coinvolto in un catastrofico incidente contro un guardrail, ribaltandosi su un fianco.

I carabinieri sono intervenuti rapidamente sul luogo dell’incidente, trovando l’uomo gravemente ferito nei pressi della scarpata. Nonostante gli sforzi dei paramedici, l’uomo è deceduto poco dopo durante il trasporto in ospedale. L’identità dell’uomo rimane sconosciuta, e le indagini stanno continuando per determinare se avesse complici.

L'ambulanza arrivato nella scarpata per soccorrere l'uomo in gravi condizioni.

L’ambulanza arrivata nella scarpata per soccorrere l’uomo in gravi condizioni. Fonte

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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