Cronaca
Addio a Sabrina Spallotta e Santiago Bernardi: Un commovente tributo di 2.000 cuori a Nettuno
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Tragedia a Nettuno: si è svolto poco fa il funerale di Sabrina Spallotta e del suo nipotino Santiago Bernardi, rispettivamente di 39 e 5 anni, entrambi tragicamente deceduti in un incidente stradale il 5 settembre, nei pressi della cittadina di mare. Oltre al marito di Sabrina, Paolo, visibilmente devastato dalla perdita, erano presenti numerose autorità civili, religiose e militari. Anche i vigili del fuoco di Anzio, membri della squadra 23 A, che avevano soccorso le vittime la sera dell’incidente, hanno preso parte alla cerimonia. La funzione religiosa è stata officiata dal vescovo di Albano, Monsignor Vincenzo Viva, insieme al rettore del Santuario di Santa Maria Goretti. Circa duemila persone hanno applaudito al momento dell’uscita delle bare dalla chiesa. L’intera comunità di Nettuno si è unita al dolore del padre, Alessandro Bernardi, e della famiglia Spallotta. Inoltre, la madre di Santiago, attualmente ricoverata al San Camillo di Roma, ha partecipato all’ultimo saluto, assistita dai medici, per rendere omaggio ai suoi cari.
Un Messaggio di Speranza dal Papà di Santiago
Alessandro Bernardi, il padre di Santiago, ha espresso sentimenti profondamente toccanti durante la cerimonia. Ha esortato tutti i presenti a mantenere la fede e a pensare con positività, accogliendo con emozione l’arrivo della sua futura figlia, che nascerà tra qualche mese. Simona, la madre del bambino, è riuscita a sopravvivere all’incidente, insieme alla bimba che ha in grembo. Purtroppo, Sabrina, la sorella in attesa, è stata tra le vittime di questo drammatico evento avvenuto lungo via Cervicione a Nettuno. Le due vittime sono state coinvolte in un incidente causato da un’automobile che procedeva contromano su via della Pineta, il cui conducente, un 49enne del posto, è attualmente denunciato per duplice omicidio stradale e ha la patente sospesa. Durante il suo commovente intervento, Alessandro ha condiviso una dolce memoria: pochi giorni prima del tragico evento, il piccolo Santiago aveva espresso gratitudine verso la madre, per il latte e l’affetto ricevuti, dimostrando di essere un bambino educato e pieno di riconoscenza.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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