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Affidami il tuo cammino verso la maestria divina!

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Affidami il tuo cammino verso la maestria divina!

# Processo per Violenza Sessuale: Il Caso del “Divino Maestro”

Un uomo di 34 anni, noto in certi ambiti come “divino maestro”, è attualmente sotto accusa con gravi imputazioni di violenza sessuale aggravata e stalking nei confronti di una giovane ex fidanzata, che al momento dei fatti era ancora minorenne.

Una Storia di Abusi Lungo Due Anni

Nel periodo compreso tra il 2017 e il 2019, la giovane ha vissuto un incubo fatto di violenze sessuali ripetute, spesso perpetrate mentre lei era incosciente a causa dell’uso di trielina. Non solo, il 34enne esercitava un controllo maniacale su ogni aspetto della vita quotidiana della vittima. Dopo aver trovato il coraggio di mettersi in salvo, la ragazza ha deciso di denunciare le persecuzioni subite.

L’accusa sostiene che l’uomo, all’epoca dei fatti 27enne, ha sfruttato le vulnerabilità psicologiche della giovane, che aveva solo 16 anni. La vittima si trovava in una condizione di sudditanza, accentuata dalla differenza di età e dal potere che l’accusato si era creato all’interno di un gruppo di gioco di ruolo in cui ricopriva un ruolo dominante e autoritario, mentre la giovane era percepita come una “mascotte”.

Tecniche di Controllo e Manipolazione

La testimonianza della vittima ha messo in evidenza il metodo per poi di violenza sessuale: essendo addormentata, veniva aggredita dopo che l’uomo le premetteva un panno intriso di trielina sulla bocca, fino a farle perdere i sensi. Anche di fronte alle sue suppliche di fermarsi, l’imputato continuava a ignorare la sofferenza e le lacrime della ragazza.

In aggiunta, l’accusa sostiene che l’uomo le avesse ordinato di tagliare i legami con amici e attività extracurricolari, dimostrando così una condotta di possesso e controllo ossessivo. Era solito costringerla a mantenere il contatto telefonico durante l’intervallo scolastico e a monitorare i suoi spostamenti, misurando persino il tempo impiegato per raggiungere vari luoghi.

La Libertà Ritrovata e la Denuncia

Nel luglio 2019, la giovane finalmente riesce a liberarsi dalla relazione tossica, ma le sue sofferenze non finiscono con la rottura. L’ex compagno continua a tormentarla con messaggi insistenti e, durante un incontro per restituirle alcuni effetti personali, la molesta ancora. Mostrando comportamenti autolesionisti, l’uomo cerca di manipolarla, sostenendo di non poter vivere senza di lei, causandole un grave attacco di panico.

La giovane è riuscita a trovare la forza di rivolgersi alle autorità dopo aver ricevuto un messaggio audio di nove minuti in cui l’imputato descriveva minuziosamente i suoi spostamenti. Realizzando che l’uomo la stava seguendo in modo ossessivo, ha definitivamente deciso di fare denuncia.

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.

LA BANDA

Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.

IL DNA

Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.

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Monica Guerritore avvia le riprese del film su Anna Magnani il 23 aprile

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Monica Guerritore avvia le riprese del film su Anna Magnani il 23 aprile

Una voce umana è il titolo della pellicola che vedrà Guerritore interpretare una delle più grandi icone femminili del cinema italiano e mondiale. Il film si propone di esplorare la vita e l’eredità di questa figura attraverso una narrazione intensa e coinvolgente.

Un’interpretazione straordinaria

La scelta di Guerritore per il ruolo principale è stata accolta con entusiasmo, poiché l’attrice è nota per le sue capacità artistiche e la profondità delle sue interpretazioni. Gli amanti del cinema aspettano con impazienza di vedere come riuscirà a portare sul grande schermo l’essenza di una personalità così complessa e affascinante.

Riscoprire un’icona

La pellicola offrirà non solo un tributo alla carriera della protagonista, ma anche una riflessione sui temi universali di amore, perdita e autocontrollo. "Una voce umana" non si limita a raccontare la storia di una donna, ma cerca di catturare le emozioni e le esperienze che hanno segnato la sua vita, rendendo omaggio alla sua grandezza.

In attesa di ulteriori dettagli sulla programmazione e sul rilascio del film, il progetto sta già suscitando un notevole interesse tra il pubblico e gli addetti ai lavori.

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