Cronaca
Anzio: Gabriele Ferrari aggredito, assolti i due serbi dall’accusa di tentato omicidio – «Nessun investimento è avvenuto»
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Chiusura del Caso su Gabriele Ferrari
Il processo relativo al tentato omicidio di Gabriele Ferrari, un giovane aiuto cuoco del ristorante “Il Porticciolo” di Anzio, si è concluso ieri. L’episodio risale al 23 settembre dello scorso anno, quando Ferrari è stato aggredito e colpito ripetutamente, subendo così un violento colpo al volto che lo ha fatto perdere conoscenza. I principali accusati, Leon ed Edmond Prokuplja, due gemelli di origine serba, inizialmente accusati anche di aver investito Ferrari con un veicolo, sono stati poi scagionati dall’accusa di tentato omicidio.
Risultati del Giudizio
Nella sentenza finale, Edmond Prokuplja è stato completamente assolto, nonostante la richiesta del pubblico ministero di una condanna di cinque anni. Leon, invece, ha ricevuto una pena per lesioni, in quanto ritenuto responsabile del primo pugno inferto a Ferrari. Durante il processo, tre testimoni sono stati segnalati alla Procura per presunta falsa testimonianza. Gli avvocati difensori dei gemelli, Massimo Biffa e Francesco Potini, hanno espresso soddisfazione per la verità emersa, ma hanno lamentato la lunga detenzione che entrambi hanno patito.
Dettagli sullo Svolgimento del Processo
I fratelli Prokuplja, uno ai domiciliari e l’altro in carcere a Velletri, erano stati liberati ad aprile, a seguito della decisione della Cassazione che aveva annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame, ritenendo insufficienti le prove di colpevolezza per il tentato omicidio. Durante il processo, si sono avvalse testimonianze chiave, come quelle del medico legale Biagio Valente, che ha confermato che le ferite di Ferrari erano esclusivamente causate dall’aggressione fisica, mentre l’esperto in cinematica Massimiliano Milanini ha dimostrato l’impossibilità di un investimento.
Su richiesta della difesa, il Presidente del Tribunale ha permesso anche la proiezione di un video ricostruttivo realizzato attraverso un avanzato software, che illustrava dettagliatamente la dinamica dell’incidente. Le analisi tecniche presentate in aula hanno confermato l’assenza di un investimento, inducendo i giudici a rilasciare gli imputati, benché la sentenza finale fosse ancora lontana dal pronunciarsi.
Considerazioni Finali
Le complesse indagini e le testimonianze sono finalmente arrivate a una conclusione, ma persiste un certo dispiacere per le difficoltà e l’ingiustizia vissute dai due fratelli durante la detenzione preventiva. La vicenda ha suscitato un forte interesse, evidenziando l’importanza di un processo equo e della verità giudiziaria.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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