Cronaca
Aumento dei contagi e il rallentamento del nostro sistema sanitario: un’emergenza da affrontare!
<h3>Salute mentale dei giovani: un problema crescente
Il tema del disagio psichico tra i giovani è diventato sempre più vigile negli ultimi anni, con un aumento preoccupante dei casi di autolesionismo e tentativi di suicidio. A mettere in evidenza questa emergenza è stata Lidia Salerno, presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, in occasione del convegno intitolato “Disagio giovanile: dall’autolesionismo al suicidio”. L’evento è stato organizzato dalla psicoterapeuta e docente Annarosa Porfilio, afferente all’Università di Tor Vergata. Tra i relatori figura anche Pietro Ferrara, docente di pediatria al Campus Biomedico, Francesco Rao, sociologo dell’Università di Tor Vergata, e Alessia Belgianni, esperta di devianza giovanile. Presenti anche rappresentanti delle istituzioni come il sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia Andrea Ostellari, Irma Conti, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, e Monica Sansoni, Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Lazio.
Il disagio giovanile: un affare collettivo
Il sottosegretario Ostellari ha messo in luce come il fenomeno del disagio tra i giovani coinvolga tutti noi, specialmente la famiglia. «I dati indicano un aumento legato non solo al bullismo, ma anche a forme di cyberbullismo e altre azioni di prevaricazione, che non derivano più solo da difficoltà economiche, ma dal contesto sociale», ha affermato. Ha poi sottolineato che vi è una necessità di sviluppare nuovi approcci da parte della giustizia, suggerendo un ruolo attivo delle istituzioni locali nel migliorare la situazione. In particolare, ha proposto di creare spazi di socializzazione sani, in grado di prevenire il rischio di isolamento giovanile.
Le conseguenze dello stress cronico
Pietro Ferrara ha particolarmente esaminato la questione, dichiarando che i suicidi sono la seconda causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. «È cruciale considerare un ampio spettro di fattori che portano al suicidio, molti dei quali derivano da esperienze negative e da situazioni di stress ripetuto», ha dichiarato. Secondo Ferrara, lo stress a lungo termine può alterare la struttura anatomica del cervello dei giovani, predisponendoli a malattie. Le diverse aree cerebrali possono essere colpite in base all’età in cui gli adolescenti affrontano tali esperienze traumatiche. La professoressa Porfilio ha aggiunto che un fallimento nei rapporti con gli adulti può contribuire a una disregolazione nelle emozioni dei ragazzi, un aspetto fondamentale su cui è necessario lavorare. «Le modifiche cerebrali sono il risultato di traumi che evidenziano la difficoltà degli adulti nel riconoscere e comprendere i sentimenti dei giovani», ha concluso.