Attualità
Chi sono i due ventenni annegati mentre erano su un pedalò nel Lago di Castel Gandolfo?
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Originari del Burkina Faso, Inoussa Saba e Zouberou Bayire erano arrivati in Italia con uno degli sbarchi di migranti, vivendo nel centro d’accoglienza di Rocca di Papa. I due ventenni sono annegati domenica nel Lago di Castel Gandolfo.
La Tragedia del Lago di Castel Gandolfo
Inoussa Saba e Zouberou Bayire sono i nomi dei due ragazzi di vent’anni morti annegati nel Lago di Castel Gandolfo nel pomeriggio di domenica scorsa primo settembre. Tutti e due, da quanto si apprende, vivevano nel centro d’accoglienza di Rocca di Papa, erano originari del Burkina Faso ed erano arrivati in Italia con uno degli sbarchi di migranti. Sulla vicenda hanno indagato i carabinieri di competenza territoriale. Le salme dei due giovani si trovano in obitorio, a disposizione dell’Autorità giudiziaria, che deciderà sull’autopsia.
A riportare i nomi dei due giovani morti nel Lago di Castel Gandolfo è il Corriere della Sera. Il pomeriggio dei drammatici fatti che hanno portato alla loro improvvisa scomparsa, i due ventenni erano al lago per trascorrere un pomeriggio spensierato, all’insegna del relax e del divertimento. Hanno noleggiato un pedalò e si sono allontanati di qualche decina di metri dalla riva. Tuffandosi in acqua, però, non sono più riemersi; sono annegati tra gli stabilimenti balneari ‘Le Palme’ e ‘Tropicana’. A dare l’allarme è stato un altro ragazzo che stava con loro.
Le Ricerche e il Terribile Epilogo
Arrivata la chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112 con la segnalazione di due ragazzi scomparsi nel lago, sul posto è giunto un grande dispiegamento di mezzi, tra forze dell’ordine e soccorritori. Le ricerche sono state affidate ai sommozzatori dei vigili del fuoco, che purtroppo dopo alcune ore si sono concluse con esito drammatico. Ascoltato dai carabinieri, l’amico che ha dato l’allarme ha raccontato che uno dei due stava facendo il bagno al largo accanto al pedalò quando non è più riemerso, e che il secondo giovane si è tuffato per cercare di salvarlo, annegando anche lui.
Attualità
Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma
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Un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella al carcere romano di Regina Coeli, mentre un altro si è ferito gravemente al collo. La notizia è stata comunicata dal sindacato Fp Polizia Penitenziaria della Cgil, che ha definito l’episodio come un'”ennesima notte di follia” all’interno dell’istituto penitenziario.
Incendio e fuga di fumo
Il sindacato ha spiegato che il detenuto ha provocato un incendio creando una grossa nube di fumo nella sezione detentiva. Solo l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi. Durante le operazioni di evacuazione, un altro detenuto, probabilmente sconvolto e in preda al panico, si è procurato una grave ferita da taglio al collo.
Condizioni critiche del personale
La Cgil ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione del personale, avvertendo che è “fortemente in sotto organico”. Il sindacato ha denunciato le “precari e difficili condizioni di lavoro” nella struttura, sottolineando che la Polizia Penitenziaria sta affrontando turni massacranti e operando al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Hanno fatto appello per “interventi urgenti dalle varie Autorità” e hanno chiesto una riforma dell’intero sistema penitenziario che possa affrontare le emergenze e restituire dignità ai lavoratori del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Attualità
Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga
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Durante la sfilata della 73esima edizione del Carnevale Ciociaro Pontecorvese a Pontecorvo, provincia di Frosinone, un carro allegorico ha preso fuoco, generando panico tra i presenti. Tre persone, tra cui una donna e due bambini, sono rimaste ferite, mentre un carabiniere ha riportato una lieve ustione.
Incendio del carro allegorico
Le prime indagini indicano che l’incendio potrebbe essere stato causato da un corto circuito dell’impianto elettrico. Tuttavia, si è successivamente ipotizzato che il rogo possa essere originato da un servizio di effetti scenici che utilizzava fiamme. Testimoni affermano che le fiamme sarebbero state più alte del previsto e, a causa del vento, hanno investito un pupazzo di cartapesta, innescando il fuoco.
Dettagli sui feriti
Tra i tre feriti figurano la moglie e il figlio di chi ha allestito il carro, colpiti mentre si trovavano all’interno della struttura. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Cassino: un bambino e la donna sono stati dimessi con ustioni ritenute non gravi, mentre l’altro bambino ha riportato ustioni più significative, ma non si trova in pericolo di vita.
Inoltre, un carabiniere ha subito una leggera ustione al collo a causa di residui di resina bruciata, secondo quanto riportato dall’agenzia LaPresse.
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