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Cronaca

“Daspo per il falsario vescovo: la verità sul Giubileo e le indulgenze svelata”

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“Daspo per il falsario vescovo: la verità sul Giubileo e le indulgenze svelata”

# Daspo alle Parrocchie: La Questione del Finto Vescovo a Roma

Il recente provvedimento di non avvicinarsi alle parrocchie da parte del Vicariato di Roma nei confronti di un autoproclamato vescovo ha sollevato non pochi interrogativi. Il soggetto in questione si definisce infatti Patriarca e Arcivescovo Primate, ma il suo ruolo non ha alcun riconoscimento ufficiale. L’input per la decisione è giunto da una lettera inquietante, intitolata “Per viam cum Christo e Maria”, firmata da Salvatore Micalef.

Un’Iniziativa Controverso

La missiva di Micalef, peraltro contrassegnata da un simbolismo episcopale e una grafica simile a quella usata dalle diocesi, contiene indicazioni che riguardano le celebrazioni del prossimo Giubileo previsto per il 2025. La lettera, come riportato dal Messaggero, ha il potenziale di confondere i fedeli, rendendo difficile discernere tra ciò che è autentico e ciò che non lo è. Questa situazione ha spinto i vertici vaticani a intervenire per riportare ordine.

Timori per il Giubileo

Con il Giubileo alle porte, il rischio che pellegrini in arrivo a Roma a partire dal 24 dicembre possano essere ingannati e partecipare a celebrazioni fittizie è una preoccupazione crescente. Il Vicariato teme che queste pseudo celebrazioni possano svolgersi in parrocchie gestite da sacerdoti ignari della situazione. Inoltre, Micalef è supportato da alcuni presunti seminaristi, che sono stati già messi in guardia dalla diocesi di Napoli.

La Vita Privata di Micalef

Le informazioni riguardanti Salvatore Micalef sono scarse e spesso bizzarre. Un dettaglio curioso emerso è che nel 2000 avrebbe contratto matrimonio civile presso il Comune di Roma con una donna di nome Maria. Una copia di questo certificato di matrimonio è stata diffusa a Roma in seguito all’avviso emanato dal Vicariato, il quale raccomandava di tenere le distanze dal sedicente vescovo della non riconosciuta Prelatura cattolica dei Santi Pietro e Paolo.

Conclusa con i suddetti sviluppi, la questione del finto vescovo agita le acque della fede a Roma, sollevando il dibattito su come proteggere i fedeli da situazioni simili e promuovere una maggiore chiarezza nella comunicazione ecclesiastica.

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