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Desidero che nella metropolitana di Roma vengano installati degli ascensori.

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Desidero che nella metropolitana di Roma vengano installati degli ascensori.

In un’intervista, Rigivan Ganeshamoorty ha parlato delle barriere di Roma, una città sicuramente non accogliente a livello architettonico per le persone disabili. “Chi progetta non è sensibile a questi problemi”.

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Roma non è una città adatta alla persone disabili. Lo sappiamo da anni e lo ribadisce anche Rigivan Ganeshamoorty, il 25enne medaglia d’oro nel disco alle Paralimpiadi e detentore del primato del mondo nella sua categoria. In un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano ha toccato diversi temi, da quello del razzismo – la sua famiglia è originaria dello Sri Lanka – a quello di una città accessibile a tutti. Roma non lo è. “Vorrei gli ascensori e gli scivoli nella metropolitana – ha dichiarato – La giunta Raggi aveva fatto qualcosa. Alla stazione di San Paolo Ostiense quelli come me sono perduti. Chi progetta non è sensibile a questi problemi. Avessero un figlio disabile, farebbero sicuramente qualcosa di utile per aiutarci”.

Barriere architettoniche a Roma

Ganeshamoorty ha la sindrome di Guillain-Barré, una polineuropatia che causa progressive paralisi alle gambe e alle braccia. In seguito a un incidente avvenuto nel 2019, una caduta accidentale, ha riportato una lesione cervicale, con la sua malattia che si è aggravata. Nonostante questo è riuscito a stabilire per tre volte durante la stessa gara il record del mondo della sua categoria. Il primo lancio ha ottenuto 25,48 metri, il secondo 25,80 e il terzo a 27,06. Intervistato subito dopo l’impresa, le sue parole hanno fatto il giro del mondo: “Che devo di’? Dedico la vittoria a mia madre, a Roma, ar decimo municipio. Domani se vedemo. Questo è per tutta la nazione italiana e per i disabili a casa”.

Sfide sociali e personali

Tante le persone che lo hanno acclamato, ma anche tante che hanno fatto commenti razzisti per il colore della sua pelle. “Ignoranti, nel pieno senso della parola. Ignorano che il mondo sta cambiando, ignorano che le persone non vanno giudicate ed emarginate per il colore della pelle, ignorano che ci sono tanti ragazzi nati in Italia, cresciuti in Italia e con studi compiuti in Italia. L’unica differenza è che abbiamo genitori originari di altri paesi. La mia medaglia appartiene a tutti gli italiani, anche a quelli che mi insultano”.

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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma

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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma

Un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella al carcere romano di Regina Coeli, mentre un altro si è ferito gravemente al collo. La notizia è stata comunicata dal sindacato Fp Polizia Penitenziaria della Cgil, che ha definito l’episodio come un'”ennesima notte di follia” all’interno dell’istituto penitenziario.

Incendio e fuga di fumo

Il sindacato ha spiegato che il detenuto ha provocato un incendio creando una grossa nube di fumo nella sezione detentiva. Solo l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi. Durante le operazioni di evacuazione, un altro detenuto, probabilmente sconvolto e in preda al panico, si è procurato una grave ferita da taglio al collo.

Condizioni critiche del personale

La Cgil ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione del personale, avvertendo che è “fortemente in sotto organico”. Il sindacato ha denunciato le “precari e difficili condizioni di lavoro” nella struttura, sottolineando che la Polizia Penitenziaria sta affrontando turni massacranti e operando al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Hanno fatto appello per “interventi urgenti dalle varie Autorità” e hanno chiesto una riforma dell’intero sistema penitenziario che possa affrontare le emergenze e restituire dignità ai lavoratori del Corpo di Polizia Penitenziaria.

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Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga

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Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga

Durante la sfilata della 73esima edizione del Carnevale Ciociaro Pontecorvese a Pontecorvo, provincia di Frosinone, un carro allegorico ha preso fuoco, generando panico tra i presenti. Tre persone, tra cui una donna e due bambini, sono rimaste ferite, mentre un carabiniere ha riportato una lieve ustione.

Incendio del carro allegorico

Le prime indagini indicano che l’incendio potrebbe essere stato causato da un corto circuito dell’impianto elettrico. Tuttavia, si è successivamente ipotizzato che il rogo possa essere originato da un servizio di effetti scenici che utilizzava fiamme. Testimoni affermano che le fiamme sarebbero state più alte del previsto e, a causa del vento, hanno investito un pupazzo di cartapesta, innescando il fuoco.

Dettagli sui feriti

Tra i tre feriti figurano la moglie e il figlio di chi ha allestito il carro, colpiti mentre si trovavano all’interno della struttura. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Cassino: un bambino e la donna sono stati dimessi con ustioni ritenute non gravi, mentre l’altro bambino ha riportato ustioni più significative, ma non si trova in pericolo di vita.

Inoltre, un carabiniere ha subito una leggera ustione al collo a causa di residui di resina bruciata, secondo quanto riportato dall’agenzia LaPresse.

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