Attualità
“Dopo il Colpo di Coltello: La Mia Reazione Fatale”
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Carabiniere Emanuele Marroccella Sotto Accusa: Eccesso Colposo nell’Uso delle Armi
Nel 2020, un tragico evento ha visto coinvolto il carabiniere Emanuele Marroccella, il quale ha sparato e ucciso Jamal Badawi, un uomo che si era introdotto nel quartier generale dell’azienda informatica Lending Solution, situata nell’Eur di Roma. Attualmente, Marroccella è accusato di avere agito con eccesso colposo mentre utilizzava la pistola in servizio.
La notte del 20 settembre 2020, intorno alle quattro del mattino, il carabiniere e il suo collega si sono trovati di fronte a una situazione pericolosa. Entrati in un’area di lavoro con la porta scorrevole semiaperta, probabilmente bloccata intenzionalmente, hanno avuto subito l’impressione che Badawi fosse consapevole della loro presenza, notando voci sopra di loro – una in una lingua straniera e l’altra che sembrava intimargli di tacere.
Gli Sviluppi della Sparatoria
In conseguenza della percezione di pericolo, Marroccella e il suo compagno hanno optato per ritirarsi all’esterno, in attesa di ulteriori rinforzi. Poco prima dell’arrivo dei soccorsi, Badawi ha tentato di fuggire, accoltellando al torace il collega del carabiniere con un cacciavite. Quest’ultimo, nel momento del ferimento, ha gridato di non riuscire a respirare e di essere stato colpito. Marroccella ha quindi deciso di aprire il fuoco, sostenendo di aver mirato alle gambe e di essere rimasto fermo durante il tiro, per non compromettere la sua posizione e la stabilità del colpo.
Tuttavia, la reazione di Marroccella è stata etichettata come eccessiva da parte della pubblica accusa, che ora lo ha posto sotto indagine per la condotta imprudente.
La Reazione della Famiglia di Jamal Badawi
Coinvolto in questa tragica vicenda, il figlio di Badawi ha espresso il suo profondo risentimento nei confronti dell’operato del carabiniere. In un’intervista a Fanpage.it, ha dichiarato: “Sono profondamente scioccato da come è stato ucciso mio padre, un atto brutale avvenuto alle spalle da un carabiniere. Ho visionato il video dell’incidente e sono rimasto sconvolto. Badawi è stato colpito da dietro, senza che avesse opposto alcuna resistenza. Non si può parlare di legittima difesa; è un omicidio in piena regola. Il comportamento del carabiniere è inaccettabile: ha sparato a bruciapelo. Chiedo giustizia per quanto subito. Mio padre non meritava una fine del genere.”
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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma
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Un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella al carcere romano di Regina Coeli, mentre un altro si è ferito gravemente al collo. La notizia è stata comunicata dal sindacato Fp Polizia Penitenziaria della Cgil, che ha definito l’episodio come un'”ennesima notte di follia” all’interno dell’istituto penitenziario.
Incendio e fuga di fumo
Il sindacato ha spiegato che il detenuto ha provocato un incendio creando una grossa nube di fumo nella sezione detentiva. Solo l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi. Durante le operazioni di evacuazione, un altro detenuto, probabilmente sconvolto e in preda al panico, si è procurato una grave ferita da taglio al collo.
Condizioni critiche del personale
La Cgil ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione del personale, avvertendo che è “fortemente in sotto organico”. Il sindacato ha denunciato le “precari e difficili condizioni di lavoro” nella struttura, sottolineando che la Polizia Penitenziaria sta affrontando turni massacranti e operando al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Hanno fatto appello per “interventi urgenti dalle varie Autorità” e hanno chiesto una riforma dell’intero sistema penitenziario che possa affrontare le emergenze e restituire dignità ai lavoratori del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Attualità
Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga
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Durante la sfilata della 73esima edizione del Carnevale Ciociaro Pontecorvese a Pontecorvo, provincia di Frosinone, un carro allegorico ha preso fuoco, generando panico tra i presenti. Tre persone, tra cui una donna e due bambini, sono rimaste ferite, mentre un carabiniere ha riportato una lieve ustione.
Incendio del carro allegorico
Le prime indagini indicano che l’incendio potrebbe essere stato causato da un corto circuito dell’impianto elettrico. Tuttavia, si è successivamente ipotizzato che il rogo possa essere originato da un servizio di effetti scenici che utilizzava fiamme. Testimoni affermano che le fiamme sarebbero state più alte del previsto e, a causa del vento, hanno investito un pupazzo di cartapesta, innescando il fuoco.
Dettagli sui feriti
Tra i tre feriti figurano la moglie e il figlio di chi ha allestito il carro, colpiti mentre si trovavano all’interno della struttura. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Cassino: un bambino e la donna sono stati dimessi con ustioni ritenute non gravi, mentre l’altro bambino ha riportato ustioni più significative, ma non si trova in pericolo di vita.
Inoltre, un carabiniere ha subito una leggera ustione al collo a causa di residui di resina bruciata, secondo quanto riportato dall’agenzia LaPresse.
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