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Eccezionale allerta: il reparto in condizioni disumane rischia la chiusura!

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Eccezionale allerta: il reparto in condizioni disumane rischia la chiusura!

Un panorama desolante emerge dalla VII sezione del carcere di Regina Coeli, in cui si susseguono condizioni di vita insostenibili: mancanza di divisioni tra i bagni, letti spogli di cuscini e lenzuola, assenza di acqua calda e stanze affollate. Questa sezione, destinata all’ingresso, al transito e all’isolamento sanitario, è tristemente considerata uno dei luoghi più gravosi all’interno dell’istituto penitenziario.

Condizioni Terribili e Suicidi

Negli ultimi dodici mesi, tre detenuti hanno scelto di togliersi la vita all’interno di questa sezione, due dei quali nelle ultime ore. Tutti e tre i casi sono avvenuti in un contesto già oggetto di severe critiche, a causa delle condizioni disumane che caratterizzano la vita quotidiana dei detenuti. La VII sezione è nota per la sua rigidità, il sovraffollamento e l’inefficienza dei servizi di base, condizioni che stanno spingendo la comunità verso la richiesta di chiusura.

Il primo a denunciare questa situazione è stato il Garante dei detenuti, Stefano Anastasia, che ha descritto la sezione come un luogo multifunzionale dove i detenuti, privati della libertà di interazione, sono costretti per gran parte della giornata a rimanere in isolamento. Le celle sono spesso prive di elementi essenziali, come letti e bagni, e le condizioni igieniche sono scadenti. Le lamentele riguardano anche il riscaldamento e la carenza di coperte e materiale per il sonno, costringendo i detenuti a vivere notti gelide e a mangiare per terra o sulle brande.

La VII sezione di Regina Coeli è uno dei penitenziari più sovraffollati d’Italia, presentando un tasso di occupazione del 184%, con ben 1168 detenuti in spazi destinati ad appena 626 posti. La tragica notizia dei suicidi recenti ha portato nuovamente all’attenzione pubblica le drammatiche condizioni delle carceri, già al centro di tensioni e rivendicazioni da parte dei detenuti.

Richieste di Chiusura della VII Sezione

Numerose voci si sono levate per chiedere la chiusura della VII sezione. Le autorità, tra cui il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e il Garante di Roma Capitale, hanno sottolineato l’urgenza di un intervento del governo per affrontare il sovraffollamento e le terribili sequenze di suicidi che ne derivano. È stato ribadito che bisogna intraprendere misure concrete per garantire ai detenuti un ambiente di accoglienza dignitoso e l’assistenza necessaria per prevenire ulteriori tragedie.

Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi Sinistra, ha descritto questo reparto come disumano e ha chiesto un intervento immediato. Anche Marco Grimaldi ha evidenziato come la sezione stia ospitando 1068 detenuti, ben oltre il limite legale. Michela De Biasi, deputata del Partito Democratico, ha annunciato un’interrogazione parlamentare dopo aver constatato personalmente le condizioni all’interno della sezione. La coordinatrice della segreteria del Pd, Marta Bonafoni, ha invitato all’audizione dei dirigenti dell’amministrazione penitenziaria, sottolineando l’urgenza di chiudere la sezione e ripensare l’intera organizzazione degli spazi.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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