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Cronaca

«Emergenza e Abbandono: la Cruda Realtà dei Centri per Minori a Roma»

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«Emergenza e Abbandono: la Cruda Realtà dei Centri per Minori a Roma»

Negli ultimi giorni, le carceri minorili italiane hanno fatto notizia per evasioni e scontri tra i detenuti, spingendo l’organizzazione Defence for Children a lanciare un allerta serio riguardo le condizioni dei giovani ospitati negli Istituti Penali per Minorili (IPM).

Situazione critica a Casal del Marmo

Le ultime notizie riportano di una rivolta avvenuta a Casal Del Marmo, a Roma, dove in una sola settimana si sono verificati tre episodi di ribellione. Secondo Pippo Costella, direttore di Defence for Children Italia, questo episodio è il risultato di una politica istituzionale inefficace, priva di progetti che garantiscano misure preventive e riabilitative, come previsto dalla legge. La mancanza di tali misure ha innescato un significativo sovraffollamento nelle carceri minorili e ha aggravato la situazione degli istituti, come confermano gli incidenti recenti all’IPM di Roma.

Un quadro preoccupante

La crescita esponenziale della popolazione carceraria minorile negli ultimi mesi ha destato preoccupazione. A fine giugno 2023, i minori detenuti erano 406, ma attualmente il numero è salito a 529, a fronte di soli 496 posti disponibili. Questo porta a un tasso di sovraffollamento del 106,65%, come riportato dal Garante nazionale delle persone detenute. Costella attribuisce questo incremento principalmente all’impatto del Decreto Caivano, che ha ampliato le misure di custodia cautelare mentre limita le possibilità di ricorrere a opzioni alternative al carcere. Queste politiche lasciano poco spazio al modello di giustizia minorile elaborato nel 1988 in Italia, considerato tra i più avanzati a livello mondiale.

Le reazioni dei giovani detenuti

Le tensioni dovute al sovraffollamento hanno scatenato proteste dentro il carcere minorile di Casal Del Marmo, dove si riporta che un gruppo di 70 detenuti sia costretto a condividere spazi progettati per 50 persone. Questa situazione ha portato i ragazzi a manifestare il loro disagio, bruciando materassi e bloccando l’accesso alla sala medica. Costella sottolinea l’importanza di ascoltare le esigenze di ogni giovane detenuto per implementare misure adeguate. “Nella nostra iniziativa ‘Just Closer’, abbiamo come obiettivo quello di raccogliere e dare voce ai loro sentimenti e bisogni,” conclude il direttore di Defence for Children Italia.

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In nome del Papa, blocco dei bus nel centro di Roma: quali linee si fermano il 26 aprile

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In nome del Papa, blocco dei bus nel centro di Roma: quali linee si fermano il 26 aprile

RomaInCaosPerIFuneraliDiPapaFrancesco: Scopri come i trasporti pubblici di Roma saranno sconvolti in modo epico per l’evento del secolo!

L’inevitabile stop al trasporto pubblico

Il 26 aprile, il centro di Roma si prepara a un vero e proprio blocco del traffico pubblico per i funerali di Papa Francesco, attirando orde di fedeli e curiosi. Immagina strade affollate e autobus fermi: Atac e il Comune hanno deciso di sospendere quasi tutti i mezzi di superficie che passano vicino al Vaticano o al percorso del corteo funebre. Solo la linea 514 dei tram continuerà a correre, sostituendo temporaneamente le linee 5 e 14.

Le linee più colpite: un elenco che ti lascerà a bocca aperta

Tra le sospensioni più eclatanti, decine di linee bus e tram andranno in vacanza forzata. Niente corse per i bus 30, 34, 40, 46, 51, 64, 70, 71, 100, 117, 119, 280 e 628, mentre i tram 2, 3, 8 e 19 saranno rimpiazzati da autobus. Ma non è tutto: altre linee subiranno deviazioni sorprendenti, come la 16 che aggira Santa Maria Maggiore, la 32 che si ferma a piazzale Clodio senza arrivare a Ottaviano, o la 49 sospesa tra piazza Irnerio e piazza Cavour. Anche la 60 limiterà il percorso tra piazza della Repubblica e piazza Venezia, e la 62 sarà interrotta tra piazza Barberini e la stazione di San Pietro.

Alternative smart per non rimanere bloccati

Per evitare il caos totale, Atac consiglia di affidarsi alla metropolitana, che sarà potenziata con corse fino all’1.30 già dalla notte precedente. Nelle notti tra il 25 e il 26, e tra il 26 e il 27 aprile, l’intera rete metro estenderà gli orari. Se stai puntando a San Pietro, scendi alle fermate Cipro o Ottaviano sulla linea A, o usa le ferrovie urbane FL3 e FL5 dalla stazione Roma San Pietro. Chissà quante sorprese ti aspettano in questa giornata storica!

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Il decreto del 14 aprile: cosa nasconde?

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Il decreto del 14 aprile: cosa nasconde?

HaiMaiSentitoParlareDelMissionarioEroeCheHaSfideggiatoIMalavitosiESalvatoVite #BeatoNazarenoLanciotti

Chi era il missionario che ha ispirato Papa Francesco?

Don Nazareno Lanciotti, l’ultimo beato nominato da Papa Francesco, era un sacerdote italiano di Subiaco che ha dedicato la vita ai più bisognosi. Ordinato nel 1966, partì per il Brasile nel 1973, atterrando nella remota regione del Mato Grosso. Qui, in mezzo a comunità disperse nella foresta, si trasformò in un vero e proprio eroe, costruendo ospedali, scuole e chiese con l’aiuto di volontari e persino del suo stesso padre, un esperto di edilizia. Immagina un uomo solo che, a dorso di mulo, porta speranza in luoghi dimenticati dal mondo!

Come ha cambiato la vita di una comunità intera?

In una zona segnata da povertà, droga e prostituzione, Don Nazareno divenne un simbolo di resistenza. Con la sua opera pastorale, aiutò gli ultimi della terra nella diocesi di Jaru, creando una “città giardino” attorno alla chiesa della Madonna del Pilar. Ma cosa lo rendeva così speciale? Non solo costruiva edifici, ma combatteva contro i trafficanti locali, offrendo ai residenti una via d’uscita da un’esistenza di miseria. Potresti chiederti: quanto è coraggioso sfidare il male per aiutare gli altri?

Il momento drammatico che ha scioccato tutti

La sua vita pacifica si trasformò in un incubo la sera dell’11 febbraio 2001. Due uomini mascherati irruppero nella sua canonica durante la cena, fingendo una rapina per coprire i loro veri motivi. Don Nazareno, di 61 anni, tentò di calmare la situazione offrendosi al loro posto, ma i killer avevano un obiettivo preciso: eliminarlo perché dava troppo fastidio ai potenti del posto. In un colpo di scena da brividi, lo ferirono con un colpo di pistola e fuggirono, lasciando il denaro sul tavolo. Eppure, in un gesto che lascia senza fiato, prima di morire il 22 febbraio, perdonò i suoi assassini. La polizia arrivò solo il giorno dopo, alimentando i sospetti su chi fosse davvero dietro l’attacco.

La promessa di una cerimonia che non puoi perderti

Ora, la sua eredità vive attraverso la beatificazione, confermata dal Papa con un decreto del 14 aprile. Il postulatore della causa, don Enzo Gabrieli, annuncia che tra pochi mesi ci sarà una cerimonia ufficiale nel Mato Grosso, a Jaru. Persino il vescovo della diocesi di Tivoli e la comunità di Subiaco sono entusiasti di celebrare questo martire moderno. Chissà quali segreti emergeranno da questa storia di fede e coraggio?

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