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Cronaca

Esquilino in Pericolo: Massimo Ghini Avverte «Un Catastrofico Futuro Ci Aspetta»

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Esquilino in Pericolo: Massimo Ghini Avverte «Un Catastrofico Futuro Ci Aspetta»

Preoccupazioni per l’Esquilino in vista del Giubileo

«Il Giubileo? Senza il ripristino di decoro e sicurezza, il Rione subirà un impatto devastante». Questo è il pensiero di Massimo Ghini, attore e regista teatrale, che da molti anni risiede nel quartiere Esquilino, precisamente in piazza Vittorio. Originario di via Napoleone III, Ghini si è fatto portavoce delle istanze dei residenti, recandosi con determinazione presso il commissariato Viminale. Ha intenzione di incontrare anche la caserma dei carabinieri di piazza Dante. La sua iniziativa nasce in seguito all’omicidio di Jarol Bernaola, un giovane peruviano vittima di una brutale rissa la scorsa domenica in via Giolitti. L’attore sottolinea: «Ogni volta che incontro amici o passo davanti a un negozio, tutti mi esortano a dare voce alla voglia di riscatto del quartiere». Ghini, influenzato dal suo impegno civico e dalla figura paterna, ex sindacalista, ha deciso di agire attivamente.

La Comunità di Celebrità

Non è solo Massimo Ghini a chiamare casa l’Esquilino, ma anche altre personalità di spicco, come l’ex moglie Nancy Brilli, il regista stellato Paolo Sorrentino e l’attrice Carlotta Natoli. «In molti si sentono spinti a muoversi – continua Ghini – e per questo ho deciso di contattare direttamente le forze dell’ordine. Presto presenterò un documento formale alle istituzioni per chiedere interventi concreti e duraturi. È fondamentale precisare che non vogliamo addossare colpe a nessuno. Il problema è noto e diversi attori stanno collaborando, ma noi abitanti dell’Esquilino vogliamo essere parte attiva nel processo. Vogliamo coinvolgere cittadini e commercianti come “sentinelle” per ottimizzare la prevenzione, adottando protocolli comuni. Serve un piano d’azione per il nostro quartiere». Tuttavia, per Ghini, uno degli aspetti cruciali è la necessità di un controllo costante: «Non basta la presenza sporadica delle forze dell’ordine; servono pattuglie continue, anche oltre le 24 ore, come in altre città europee. È inaccettabile che, in una città come Roma, si attenda ancora per equiparare gli agenti di polizia locale con le forze di polizia».

Una Comunità Multietnica in Difficoltà

Ghini parla dell’Esquilino come di un quartiere multietnico che è sempre stato amato per la sua vitalità, ma ora è afflitto da una crescente incidenza di reati. «Parlo da cittadino: rapine, scippi e furti sono all’ordine del giorno. Gli spacciatori e chi consuma droga nei palazzi stanno rovinando il nostro ambiente – continua Ghini –. Anche le auto vengono frequentemente vandalizzate per rubare all’interno. Anche quella di mia figlia non è stata risparmiata. È realistico pensare di accogliere milioni di turisti e pellegrini in un contesto simile?» Avvicinandosi al Giubileo, Ghini lancia un appello: «Uniamo le forze per restituire dignità e sicurezza all’Esquilino, sottraendolo all’illegalità».

Cronaca

I ricordi degli argentini su Papa Francesco nella chiesa di Piazza Buenos Aires: una storia di guarigione

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I ricordi degli argentini su Papa Francesco nella chiesa di Piazza Buenos Aires: una storia di guarigione

Scopri le storie commoventi di lacrime, fede e misteri che legano #PapaFrancesco alla sua amata Argentina a Roma – un incontro che cambierà tutto! #ArgentinaInRoma #PapaBergoglio

Lacrime e ricordi davanti alla chiesa argentina

Andrea non riesce a trattenere le lacrime davanti alla chiesa argentina di piazza Buenos Aires, stringendo una foto del padre, Daniel Rodriguez, leggendario portiere del San Lorenzo, la squadra del cuore di Papa Francesco. Prima di morire, suo padre le aveva affidato quel tesoro con una missione: consegnarlo al “tifoso numero uno”, il Papa in persona. Intorno a lei, una folla eterogenea emerge dall’ombra: volti timidi di origini miste, occhi verdi su pelle di porcellana con movenze eleganti tipiche dei porteños, e sguardi intensi segnati dal sole, come quelli degli indigeni. Chi sono queste persone e quali segreti nascondono le loro storie?

La messa che unisce mondi lontani

Centinaia di fedeli si sono riuniti per la messa celebrata dal rettore argentino, padre Fernando Laguna, che ha scelto di ricordare una delle massime più ispiratrici di Papa Francesco: “Le chiese devono essere aperte”. In una navata affollata, con una gigantografia di Bergoglio a dominare l’altare, emergono figure chiave come Pablo Beltramino, ambasciatore argentino presso la Santa Sede, e Marcelo Martin Giusto, ambasciatore in Italia. Tra la folla, Maria Garcia Laborde e Delfina De Lalastra, dell’ordine delle consacrate “Servidoras”, condividono con emozione: “Ha compreso le necessità del mondo con coraggio e tenerezza”. E poi c’è Juana Maria Savo, argentina trapiantata a Roma da 60 anni, che confessa: “Ho un figlio e un nipote chiamati Francesco, e vederlo ancora tra la gente mi ha riempito il cuore”.

Gli argentini che hanno conquistato Roma

Eccoli, gli italiani d’Argentina, cresciuti sulle sponde del Mar del Plata invece che del Mediterraneo, con vocali aperte e un orgoglio palpabile per il loro Papa latinoamericano. Monica Sabatini racconta un incontro ravvicinato che ha lasciato tutti a bocca aperta: “Nel 2020, durante un’udienza privata, era scherzoso, ma quando gli ho parlato del cancro di mio fratello, ha chiuso gli occhi e mi ha preso la mano. Ora mio fratello sta bene – chissà che magia c’è dietro?”. Simboli della cultura argentina come il poncho, il mate e il dulce de leche, di cui Papa Francesco era un vero appassionato, riaffiorano nelle chiacchiere, ricordando quanto il Pontefice si senta a casa tra i suoi conterranei a Roma.

Papa Francesco e il legame con le nonne di Plaza de Mayo

Non molto tempo fa, Papa Francesco ha incontrato Estela Carlotto, presidente di Abuelas de Plaza de Mayo, durante la consegna della sua laurea honoris causa all’Università Roma Tre. Sono innumerevoli gli argentini che hanno trovato in lui un’ancora per le ferite del passato, come Julio Frondizi, 73 anni, fuggito da bambino dopo l’uccisione del padre Silvio e la deposizione dello zio Arturo, presidente tra il 1958 e il 1962. L’ultimo incontro con l’associazione 24marzo, che lotta per la verità sui desaparecidos, è stato il 12 febbraio: “Andammo con un giudice che aveva testimoniato per Esther Ballestrino de Careaga, amica di Bergoglio ai tempi in cui era un semplice perito chimico”, rivela Jorge Ithurburu, avvocato delle nonne di Plaza de Mayo a Roma. Quali altri segreti emergeranno da questi legami storici?

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La rapina a una coppia di turisti: un caso che nasconde sorprese

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La rapina a una coppia di turisti: un caso che nasconde sorprese

Un’aggressione omofoba shock nel cuore di Roma: scopri i dettagli dell’attacco che ha fatto tremare la città! #Omofobia #Roma #Giustizia

Come è scoppiata la violenza in piena notte?

Due giovani italiani, appena conosciuti, avevano deciso di passare una serata speciale durante Pasqua, passeggiando per le vie del centro storico. Ma quella che doveva essere una notte romantica si è trasformata in un incubo: sono stati brutalmente aggrediti e derubati da tre nordafricani, solo per essersi mostrati affettuosi. Immaginate la scena: abbracciati mentre camminano, quando improvvisamente insulti omofobi esplodono dall’ombra, trasformando un momento innocente in un’esplosione di violenza.

I testimoni raccontano l’orrore: cosa è successo davvero?

L’attacco è avvenuto sotto gli occhi attoniti di passanti, lungo via dei Fori Imperiali, poco dopo le sei del mattino del 20 aprile. I tre aggressori – un tunisino e due egiziani, uno dei quali minorenne – hanno iniziato con urla come “Vergognatevi!”, passando rapidamente a calci, pugni e persino spray al peperoncino. Uno dei ragazzi è caduto a terra, stordito, e i malviventi ne hanno approfittato per rubargli il borsello con soldi, carte e documenti. Ma ecco il colpo di scena: diversi testimoni, tra cui una turista ucraina di 18 anni, hanno filmato tutto con il cellulare, fornendo prove cruciali per l’arresto.

L’inseguimento e la cattura: i colpevoli sono stati fermati?

Le forze dell’ordine sono state allertate da passanti preoccupati, che hanno chiamato i soccorsi descrivendo la scena come “indemoniata”. I carabinieri sono intervenuti rapidamente, bloccando i tre aggressori mezz’ora dopo l’attacco, lungo via Manin. Grazie alle descrizioni delle vittime e al video della turista, i sospettati – residenti a Latina – sono stati identificati e perquisiti, con la refurtiva trovata addosso. Un arresto che potrebbe rivelare molto di più su questi raid improvvisi.

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