Cronaca
Fiamme a Centocelle: Scoperta incendiaria e ricerca del colpevole dopo l’incendio di cinque auto!
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# Esplosioni nella Notte: Incendi a Centocelle
Nella notte, il quartiere di Centocelle è stato scosso da una serie di esplosioni che hanno trasformato via dei Sesami in un vero e proprio teatro di fiamme. Era quasi l’una quando cinque veicoli, tra cui tre di ultima generazione, hanno preso fuoco in rapida successione, sollevando colonne di fumo nero visibili da varie parti della città.
Reazioni dei Residenti
La reazione dei residenti è stata di paura e incredulità. «È un evento che si ripete. Anche lo scorso anno abbiamo vissuto qualcosa di simile», hanno commentato alcuni abitanti, richiamando alla memoria un episodio analogo. A pochi passi da lì, nel febbraio dell’anno precedente, la tragedia colpì in modo violento quando il caporal maggiore dell’Esercito Danilo Lucente Pipitone perse la vita dopo un alterco con un automobilista.
Le Indagini Prendono Il Via
La questione che molti si pongono è chi possa essere il responsabile di questo grave atto e quale possa essere la motivazione. Le indagini sono attualmente condotte dagli agenti del distretto di Prenestino. Centocelle, un quartiere in rapida espansione economica e commerciale, ha già vissuto episodi incendiari in passato. Recentemente, diversi locali e pub sono stati bersaglio di attacchi notturni con bombe carta, alimentando le speculazioni su un possibile racket. Gli inquirenti stanno ora aspettando un rapporto dettagliato dai vigili del fuoco per determinare se si tratti di un incendio doloso. Intanto, si fa strada un’altra ipotesi: potrebbe esserci un piromane attivo tra le strade, che approfitta dell’anonimato e della disoccupazione nella zona.
Precedenti Istituzionali
La zona dove si sono verificate le esplosioni non è nuova a tali incidenti. Solo pochi mesi fa, in via delle Acacie, tre automobili vennero distrutte dalle fiamme durante la notte. Un testimone oculare raccontò di aver visto individui lanciare oggetti sui veicoli prima di assistere all’incendio. Attualmente, la polizia sta estendendo le indagini con particolare attenzione ai proprietari dei veicoli danneggiati, alla ricerca di indizi che possano rivelare di più su questa serie di eventi inquietanti. L’inchiesta è nelle prime fasi, ma già si profila un quadro complesso.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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