Attualità
Fiamme in carcere: un detenuto ferito e celle in fumo!

Nuove Manifestazioni di Malcontento all’Istituto Penitenziario Minorile di Casal del Marmo
Si segnala un ulteriore episodio di protesta nell’Istituto Penitenziario Minorile di Casal del Marmo, situato nella capitale italiana. Nella notte tra il 10 e 11 settembre, un detenuto è stato ricoverato in ospedale dopo aver ingerito un frammento di vetro, scatenando una serie di disordini all’interno della struttura.
Carcere minorile di Casal del Marmo, immagine fornita da Antigone.
Disordini e Aggressioni: Un Problema Incombente
Dopo i disordini avvenuti domenica scorsa, la situazione è ulteriormente degenerata con una nuova ondata di violenza. Durante la notte, diversi giovani detenuti hanno appiccato incendi nelle loro celle, rendendo inservibili alcune di esse, e ci sono stati attacchi nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria. Secondo Massimo Costantino, segretario della Fns Cisl Lazio, ci sono stati anche feriti tra i detenuti, evidenziando la difficile atmosfera che regna nell’istituto.
Condizioni di Vita Insostenibili
Le motivazioni alla base delle proteste risiedono nelle condizioni di vita estremamente precarie che i giovani detenuti devono affrontare. Il sovraffollamento è allarmante, con settanta giovani rinchiusi in spazi progettati per accoglierne solo cinquanta. La mancanza di circuiti differenziati per chi presenta problemi come psicopatologie o dipendenze aggrava ulteriormente la situazione, contribuendo alla crescente tensione all’interno della struttura.
Secondo le autorità, tale situazione è insostenibile. L’assessore regionale alla Sicurezza urbana, Luisa Regimenti, ha espresso solidarietà al direttore dell’istituto e al personale di polizia penitenziaria, sottolineando la necessità di un intervento da parte delle istituzioni per migliorare l’ambiente educativo e di recupero, fondamentale specialmente per i detenuti minorenni.
Criticità Strutturali e Inadeguatezza delle Risorse
Costantino ha messo in evidenza le criticità strutturali e organizzative del carcere: “La condizione attuale ci porta a una crescente spirale di violenza mentre il personale rimasto è sottoposto a turni massacranti senza adeguati turn-over o rinforzi”, ha affermato. Il sindacato ha anche ribadito come il sovraffollamento influisca sulla qualità della vita dei detenuti e sulla loro rieducazione. La mancanza di classificazione differenziata dei detenuti secondo le loro necessità rappresenta un grave problema per la gestione della popolazione carceraria.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
Attualità
Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

Momenti di paura a Monteverde lunedì 17 febbraio 2025, quando una donna di 73 anni è stata aggredita da un cane al guinzaglio. Il figlio della vittima, Emiliano, ha dichiarato a Fanpage.it: “Il padrone è scappato via senza prestare soccorso”.
La dinamica dell’incidente
La donna, di nome Patrizia, stava passeggiando con un’amica in via Fonteiana, all’altezza del civico 111, vicino all’istituto Federico Caffè, quando il cane si è avvicinato e l’ha azzannata alla mano, provocandole una ferita che ha iniziato a sanguinare copiosamente. “Mi ha chiamato l’amica che si trovava con lei per dirmi che mia madre era stata azzannata mentre passeggiavano insieme,” ha raccontato Emiliano. Il padrone del cane, dopo aver assicurato che avrebbe chiamato aiuto, ha abbandonato la scena.
L’intervento dei passanti
La situazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti, incluso un giovane che ha attraversato la strada per soccorrere Patrizia. “La ferita alla mano continuava a perdere davvero molto sangue,” ha affermato Emiliano. Mentre il giovane prestava aiuto, il padrone del cane è fuggito. “Il ragazzo che ha soccorso mia madre mi ha detto che dovrebbe trattarsi di una persona che vive nella zona,” ha aggiunto.
Condizioni di Patrizia e denuncia
Dopo l’incidente, il giovane ha fornito una prima fasciatura e ha chiamato i soccorsi: Patrizia è stata portata in ospedale per ricevere cure. Emiliano ha confermato che “ora mia madre sta meglio,” specificando che non ha subito danni ai tendini o alle ossa, ma potrebbe necessitare di un intervento chirurgico per ricostruire la pelle. È stata presentata denuncia contro ignoti, inclusa quella per omissione di soccorso.
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