Cronaca
Fiamme sul Passato: L’Auto di Massimo Vallati in Fumo a Corviale, L’Identità del Colpevole Scoperta!

Un attacco intimidatorio contro Massimo Vallati, ex calciatore e leader del calcio sociale
Massimo Vallati, noto ex calciatore e ex sostenitore di squadra, è stato vittima di un atto intimidatorio che ha sollevato preoccupazione nella comunità di Corviale, un popolare quartiere alla periferia di Roma. Nella notte scorsa, davanti al centro sportivo Campo dei Miracoli, l’auto di Vallati è stata incendio. Il fatto è stato riportato dallo stesso Vallati attraverso i social media, supportato da immagini dell’accaduto.
La denuncia via social: un atto di sfida alla legalità
Attraverso un post su Facebook, Vallati ha reso pubblico l’incidente. Ha scritto: «Hanno dato fuoco alla mia macchina davanti al Campo dei Miracoli». Nella sua dichiarazione, ha sottolineato che questo gesto rappresenta un riconoscimento della sua attività e dei valori che promuove nel quartiere. «La cultura della giustizia spaventa davvero, ma noi sappiamo chi sono gli autori di questo gesto», ha affermato, esprimendo comprensione per coloro che vivono in condizioni difficili e sottolineando la necessità di cambiamento.
Un appello alle istituzioni e alla comunità
Vallati ha esortato i cittadini a non avere paura di denunciare atti simili e a ribellarsi contro la violenza. Ha enfatizzato che la vera vittoria si raggiungerà insieme, come comunità. Rivolgendosi alle istituzioni, ha chiesto un intervento immediato, sottolineando che il tempo per agire è ormai scaduto. «È il momento di attuare quanto concordato negli ultimi anni: agire ora», ha dichiarato, mettendo in evidenza l’urgenza della situazione.
La bellezza come risposta
Tra la rabbia e il dolore, Vallati ha fatto appello alla costruzione di bellezza e inclusione come risposta a questo attacco. Ha concluso il suo messaggio affermando: «Continuiamo a costruire bellezza, essa vince su tutto. Solo chi custodisce il bene può davvero trionfare». Questo episodio testimonia le sfide che affrontano coloro che si battono per la legalità nei quartieri più difficili, ma sottolinea anche la resilienza e la determinazione di chi opera per un cambiamento positivo.
Cronaca
Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.
LA BANDA
Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.
IL DNA
Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.
Cronaca
Monica Guerritore avvia le riprese del film su Anna Magnani il 23 aprile

Una voce umana è il titolo della pellicola che vedrà Guerritore interpretare una delle più grandi icone femminili del cinema italiano e mondiale. Il film si propone di esplorare la vita e l’eredità di questa figura attraverso una narrazione intensa e coinvolgente.
Un’interpretazione straordinaria
La scelta di Guerritore per il ruolo principale è stata accolta con entusiasmo, poiché l’attrice è nota per le sue capacità artistiche e la profondità delle sue interpretazioni. Gli amanti del cinema aspettano con impazienza di vedere come riuscirà a portare sul grande schermo l’essenza di una personalità così complessa e affascinante.
Riscoprire un’icona
La pellicola offrirà non solo un tributo alla carriera della protagonista, ma anche una riflessione sui temi universali di amore, perdita e autocontrollo. "Una voce umana" non si limita a raccontare la storia di una donna, ma cerca di catturare le emozioni e le esperienze che hanno segnato la sua vita, rendendo omaggio alla sua grandezza.
In attesa di ulteriori dettagli sulla programmazione e sul rilascio del film, il progetto sta già suscitando un notevole interesse tra il pubblico e gli addetti ai lavori.
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