Cronaca
Fuga e cattura: il lupo inquietante di Porta di Roma ferisce un bambino al parco dopo giorni di avventure urbane!
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Cattura del lupo a Porta di Roma
Negli ultimi giorni, diversi residenti di Porta di Roma avevano avvistato un lupo in giro per il quartiere, condividendo foto e video online. La buona notizia è che l’animale è stato finalmente catturato.
Fonti ufficiali della Regione Lazio, come riportato da Adnkronos, hanno confermato che il lupo è stato catturato ieri sera attorno alle 21. L’operazione è stata eseguita da un team di veterinari e guardiaparco della Direzione Ambiente. Grazie alla procedura di narcotizzazione, la cattura è avvenuta senza alcuna difficoltà. Tuttavia, la legislazione che protegge i lupi ha reso necessario ottenere numerose autorizzazioni prima di procedere. La cucciola di lupo verrà trasportata nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Reazione delle autorità locali
Giancarlo Righini, assessore della Regione Lazio per Agricoltura, Parchi e Bilancio, ha espresso la sua soddisfazione riguardo all’operazione. Ha dichiarato all’Adnkronos: «Desidero ringraziare la direzione regionale Ambiente per l’ottimo lavoro svolto. La cattura della giovane lupa è stata effettuata con grande attenzione per non creare panico tra i residenti e per tutelare il benessere dell’animale, ora collocato in un’area sicura. Questa operazione dimostra come sia possibile coniugare la protezione della fauna selvatica e la sicurezza pubblica».
Incidenti passati con i lupi
Numerosi testimoni hanno ricordato un episodio avvenuto il 10 settembre, quando un bambino è stato aggredito. Dette segnalazioni hanno portato a una maggiore preoccupazione tra i cittadini riguardo alla presenza del lupo nel quartiere.
Un episodio preoccupante nel parco
Recentemente, un episodio sconcertante ha avuto luogo nel parco della Speranza, situato vicino a via Gino Cervi. È emerso che un bambino di soli 4 anni è stato aggredito da un lupo. L’evento ha destato preoccupazione tra i genitori e i frequentatori del parco, soprattutto per la ferocia del predatore, che ha trascinato il piccolo a terra. Fortunatamente, grazie all’intervento tempestivo di alcuni ragazzi presenti in quel momento, il bambino è stato salvato.
Interventi delle autorità e follow-up
Dopo l’aggressione, le autorità locali sono prontamente intervenute. La polizia municipale del gruppo Nomentano ha attivato un servizio di sorveglianza nel parco per garantire la sicurezza dei cittadini nei giorni successivi. Il bambino è stato immediatamente trasportato all’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove è stato curato per alcune escoriazioni provocate dal morso.
Un tema che preoccupa la comunità
Il verificarsi di questo incidente ha fatto il giro dei social media, suscitando numerose discussioni fra i residenti. Diverse segnalazioni sono arrivate anche al Municipio III e alla Regione Lazio, spingendo le autorità a esaminare la situazione e a chiarire se l’attacco sia stato realmente provocato dal lupo, come riportato da vari testimoni online.
Resoconti dei testimoni oculari
Un giovane testimone ha condiviso la sua esperienza su Facebook, commentando: «Sono uno dei ragazzi che ha salvato il bambino il martedì 10 mentre veniva attaccato dal lupo nel parchetto di via delle Vigne Nuove. È importante chiarire a chi pensa si tratti solo di un cane randagio che si tratta, invece, di un lupo aggressivo. Ha afferrato il povero bambino e lo ha trascinato per circa tre metri, mostrando una forza sorprendente. Non voleva assolutamente lasciarlo andare fino a quando non siamo intervenuti».
Questo racconto ha alimentato il dibattito sulla presenza dei lupi nella zona e sulla necessità di azioni preventive per garantire la sicurezza dei cittadini, specialmente dei più piccoli.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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