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Genitori costretti a pagare 250.000 euro di risarcimento

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Genitori costretti a pagare 250.000 euro di risarcimento

I genitori del giovane sono stati condannati a risarcire per 250.000 euro la vittima: non avrebbero adeguato al consenso e al rispetto degli altri il figlio all’epoca minorenne.

I Dettagli della Vicenda Giudiziaria

Immagine di repertorio

Immagine di repertorio

La vicenda giudiziaria risale ormai a dodici anni anni fa. È un venerdì e una ragazzina di 12 anni, ottiene dai genitori il permesso di uscire dopo cena con degli amici. È la festa patronale e le strade sono piene, ci sono le bancarelle e le giostre. La giovanissima viene invitata da un adolescente poco più grande, lui ha quindici anni, a fare un giro in motorino e accetta. Lui la porta in un luogo appartato e, nonostante il rifiuto delle sue avances dopo le prime effusioni, la violenta. Passano due giorni e la vittima della violenza trova la forza di parlare con i genitori, che si recano subito dai carabinieri per sporgere denuncia.

Sentenza del Tribunale Civile

La scorsa settimana, al termine di un lungo iter giudiziario, il Tribunale civile ha stabilito che i genitori dovranno risarcire la giovane violentata dal figlio per 250.000 euro per omesso controllo del figlio minorenne, e per non aver impartito lui un’educazione improntata al rispetto e al consenso.

La vicenda giudiziaria si era invece conclusa già nel 2017, quando il ragazzo aveva ricevuto, ormai maggiorenne, il “perdono giudiziale” in considerazione dell’età. La famiglia della ragazza invece decide di continuare nelle sedi in cui è possibile la propria battaglia, per vedere riconosciuto il profondo trauma subito dalla figlia, che cresce affrontando ogni giorno l’incubo di quella notte.

Stuprò una 12enne quando aveva 15 anni: i genitori condannati a pagare 250mila euro di risarcimento.

E il Tribunale civile ha dato ragione ai genitori della ragazza mentre, anche in questa sede, i genitori finiti sotto accusa hanno ribadito che a loro modo di vedere la giovane all’epoca fosse consenziente, difendendo l’educazione impartita al figlio. Ma i giudici hanno deciso altrimenti.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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